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Prezzi di gas e luce alle stelle: la Burgo di Carbonera ferma la produzione

La cartiera ha messo in cassa integrazione fino a lunedì prossimo 40 addetti. Ma l’emergenza rischia di prolungarsi dopo le nuove tensioni Russia-Ucraina

andrea de polo
1 minuto di lettura

Nei giorni scorsi si era aperto uno spiraglio di ottimismo, e il gruppo Burgo - uno dei principali player internazionali del settore della carta - stava valutando di riaprire prima del previsto, quindi già questa settimana, la Mosaico Spa, la sua azienda di Mignagola produttrice di carte “speciali”. Ieri mattina, invece, la doccia fredda con le notizie di nuove tensioni arrivate dalla Russia: il fermo produttivo della Mosaico, iniziato lo scorso 16 settembre, è stato confermato fino a domenica 25 compresa, con cassa integrazione per una quarantina di dipendenti. E il futuro, dopo l’ennesima impennata del prezzo del gas, rimane incertissimo.

Macchine spente

Le cartiere sono uno dei settori più colpiti dalla crisi energetica. I macchinari per la produzione di carta e cartone sono tra i più “energivori” del mondo dell’industria, di conseguenza i costi dei rincari si fanno sentire di più rispetto ad altri settori. Burgo aveva predisposto, nelle scorse settimane, un piano di fermi produttivi che abbracciava diversi stabilimenti italiani, e nel quale era incluso anche Carbonera. Non certo un caso isolato: moltissime cartiere in Italia hanno dovuto fare i conti con gli stessi problemi, arrivando a identiche conclusioni.

«La fermata delle attività produttive è prevista dal 16 al 25 settembre» spiega la società proprietaria della Mosaico Spa, «è stato confermato il ricorso alla cassa integrazione per un massimo di 40 dipendenti rispetto a un organico di duecento risorse totali. Le cause sono da attribuire all’aumento improvviso e sproporzionato dei costi energetici e del gas, che per quanto riguarda la carta e la cellulosa, rientranti tra le tipologie produttive “energivore”, sono caratterizzate da forte consumo di energia elettrica e da forte consumo di gas naturale».

Ancora incertezza

Fonti interne all’azienda, tuttavia, negli ultimi giorni avevano lasciato intravedere un certo ottimismo, grazie al progressivo calo delle quotazioni delle materie prime sui mercati internazionali. Ottimismo spazzato via ieri mattina dalle parole del presidente russo Putin, che annunciando un’ulteriore mobilitazione militare ha fatto impennare, nuovamente, i prezzi del gas. Sui listini Ttf, il mercato del gas di Amsterdam, il prezzo del megawattora ha toccato, nel corso della giornata di ieri, i 206 euro, con un rialzo del 6,04% rispetto alla giornata precedente. Le imprese hanno preso nota, i riflessi sull’operatività degli stabilimenti sono ancora incerti, ma l’ipotesi di nuove chiusure e fermi produttivi in autunno e inverno si è fatta, da ieri mattina, ancora più concreta.

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