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Lega trevigiana spaccata. La militante contesta Bof: «Tu non dovevi metterti in lista»

Al K3 la rabbia della base contro il commissario. Tutto pronto in piazza a Treviso per Salvini e Zaia

A.P.
2 minuti di lettura
Gianangelo Bof, commissario della Lega "premiato" con l'inserimento in lista per le Politiche 

TREVISO. «Perché sei in lista?». «Perché mi ha scelto il partito, e al partito si obbedisce sempre». «Ma potevi anche rifiutare, sei appena stato eletto sindaco a Tarzo, ti aspettano cinque anni di mandato e sei anche commissario ormai da tre anni… Così si può pensare che dal momento che eri inserito nella lista non hai fatto alcuna trattativa per difendere il nostro territorio, penalizzato nelle scelte».

«Guarda che altrove hanno apprezzato che sia stato inserito». «Ma così è rimasta fuori gente che aveva fatto bene sul territorio, sempre presente e preparata».

Non è il verbale, ma poco ci manca. Contestazione aperta, quella subìta dal commissario provinciale della Lega, Gianangelo Bof giovedì al K3, sede del partito. Ad attaccarlo Celestina, storica militante di Ponzano, cui non mancano né coraggio né schiettezza.

Ha affrontato la questione del multiplo ruolo di Bof nel varo delle liste delle politiche, che alla fine lo hanno visto unico volto nuovo della Marca e in posizione blindata al proporzionale.

In sala è stato gelo assoluto, imbarazzo da tagliare con il coltello. A disagio evidente, assicura RadioLega, anche gli altri aspiranti parlamentari presenti: Ingrid Bisa e Dimitri Coin (uninominale), Bepi Paolin (proporzionale).

Assenti, come già nell’incontro con i militanti del capoluogo, Angela Colmellere e Franco Manzato. Dicono che Celestina volesse perorare la causa di Candura, senatore del capoluogo escluso, forse per il suo filoatlantismo, non in linea con la posizione di Salvini & Co.

Ma quello che è successo dice lo stato del partito, alla vigilia dello sbarco di Salvini oggi in piazza dei Signori, a Treviso, assieme a Zaia.

Era, quello del K3, uno degli incontri che il partito ha organizzato fra candidati e militanti, dopo le tensioni altissime seguite alle liste.

Giovedì toccava alla sezioni dell’ex circoscrizione Destra Piave, l’hinterland Nord del capoluogo. In sala 30 militanti, sui 120, con pochi big e sindaci. Percentuale che conferma tutto il malessere della base.

Sarà anche solo riduzione matematica dei posti ma rabbia, delusione e disappunto covano. Poco entusiasmo.

La Marca prima provincia leghista d’Italia, si è sentita penalizzata dall’ asse Verona–Padova, e non ha digerito né la Stefani paracadutata da Vicenza, né il catapultato Viviani da Genova, né la retrocessione della Colmellere, pupilla di Zaia, e di Manzato, vicinissimo a Gobbo. E le esclusioni illustri: da Sonia Fregolent a Gianpaolo Vallardi a Massimo Candura, appunto, unico parlamentare del capoluogo.

Non è un mistero che sull’inserimento di Bof, unico commissario provinciale premiato dal regionale, i malesseri siano diffusi, Se n’era fatto interprete anche Giancarlo Da Tos nei giorni scorsi, invocando la neutralità dell’arbitro che non poteva essere anche giocatore.

Metafora di uno scenario non nuovo: già nel 2018 l’allora segretario Dimitri Coin entrò nelle liste. Ma era stato proclamato al congresso per acclamazione: Bof è stato designato dal direttivo regionale, come successore di Ciambetti. E da (troppo) tempo la base invoca il congresso. Sarà in autunno, post- urne, o a dicembre?

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