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Un’altra morìa di pesci nel torrente Bidoggia a causa di sversamenti

Tra Chiarano e Cessalto centinaia di lucci, carpe e altre specie boccheggianti in una schiuma oleosa: indagini in corso

gloria girardini
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CHIARANO. Nuova moria di pesci sul fiume Piavon tra Chiarano e Cessalto, è il secondo episodio in meno di un mese. Ieri pomeriggio è stata segnalata la presenza di un centinaia di pesci nel canale Bidoggia tra i Comuni di Chiarano e Cessalto che cercavano ossigeno perfino al di fuori dell’acqua per poi finire, dopo gli ultimi spasmi di vita, col ventre all’aria. La fauna ittica era completamente immersa in una schiuma biancastra e maleodorante di dubbia provenienza comparsa improvvisamente. Un’agonia durata ore e che ha comportato la morte di diversi pesci tra cui carpe e lucci.

«Non è la prima volta che il Bidoggia, come anche diversi corsi d’acqua della zona, viene inquinato in questo periodo», ha spiegato un pescatore della zona tesserato alla Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee. Un problema che peraltro sembra presentarsi nella zona dell’Opitergino-Mottense ogni anno, da metà agosto a fine settembre, proprio nel periodo delle vendemmie.

«Ci sono diverse cantine che in questo periodo sono impegnate nella pulizia delle botti, le sostanze presenti vengono poi versate nei nostri fiumi, inquinandoli e distruggendo la fauna ittica del territorio».

La Fipsas e la Provincia negli anni passati avevano speso diverse risorse per cercare di ripopolare la specie del luccio nei canali della Marca. È un pesce che negli anni è quasi sparito a causa dell'inquinamento. L’anno scorso nell’Opitergino-Mottense erano stati cinque gli episodi di morie di pesci, a Oderzo, Chiarano, Motta di Livenza, Gorgo al Monticano e Fontanelle, proprio durante il periodo delle vendemmie. Mentre meno di un mese fa il sindaco di Cessalto aveva portato alla luce la tragica situazione riscontrata sempre nel Bidoggia in cui galleggiavano un centinaio di carcasse di pesci. Il tratto di competenza del Comune era stato ripulito con la collaborazione del Consorzio di bonifica che aveva rimosso 7 quintali di carcasse. Rimangono ignoti i colpevoli di questo sversamento, essendo la sostanza miscibile non si sono potute utilizzare le barriere che di solito vengono messe sulla superficie dell’acqua per bloccare le sostanze oleose.

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