«Sile invaso dalle erbe, tre mesi di agonia: così non lavoriamo»
Lo sfogo della della titolare di SileWay, società che noleggia le barche elettriche lungo il fiume
F.D.W.
TREVISO. «Dalla città di Treviso arriva di tutto! E questo non permette a noi come ad altre attività o privati che hanno la barca di navigare». È lo sfogo della titolare di SileWay, società che noleggia le barche elettriche lungo il fiume, che torna a rullare il tamburo della polemica per gli scarichi (illegali) di sfalci nel Sile che stanno intasando il fiume da mesi.
«Non se ne può più» continua la titolare, «ogni giorno da più di due mesi una situazione indecente». Nulla è migliorato da quando, oltre due mesi fa, era scoppiata la polemica che aveva portato anche l’amministrazione del capoluogo ad accelerare i tempi per la sigla dell’accordo necessario a ridare avvio allo “sgrigliatore”, la diga di Silea chiamata a fermare e smaltire tutte le erbe.
Ora l’accordo c’è, ma per vedere in funzione la macchina serviranno mesi, almeno stando agli annunci. E complice la siccità le erbe galleggianti diventano sempre più problematiche perché si uniscono anche alle alghe che dal fondo (con caldo e acqua bassa) stanno proliferando creando veri sbarramenti alla navigazione. A Sant’Elena l’ansa è pressoché impercorribile, idem al Porto di Silea. In alcuni punti si son formate vere isole galleggianti che hanno mandato in panne varie houseboat e non solo quelle. Interventi tampone in attesa dello “sgrigliatore” non sono previsti.
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