In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Lega, la rabbia dei militanti trevigiani. «Basta, votiamo FdI-Nordio»

Esplode la contestazione della base, sezioni agitate, la disobbedienza s’allarga. Lo sconcerto di Caner: «Ora massimo impegno, chiarimento dopo le urne»

Andrea Passerini
2 minuti di lettura

TREVISO. «Non è questa la Lega che ho sempre sostenuto, questa volta voterò Nordio e Fratelli d’Italia. E non sarà l’unico». La rabbia dei militanti e dei sostenitori della Lega trevigiana corre sulle chat e nelle telefonate ai segretari di sezione, ai big, ai parlamentari, ai sindaci, ai consiglieri regionali.

La pancia del Carroccio è disorientata, non capisce, è attonita. Ma vuole dare un segnale – di quelli che si definivano un tempo «forte e chiaro» – ai vertici nazionali e regionali.

E lo smarcarsi del presidente della Regione Luca Zaia, che pure è componente del direttivo regionale ma ha negato ogni paternità sulle liste – ha aggiunto sconforto ai sostenitori del governatore, dentro e fuori il partito.

«Di telefonate così me ne arrivano in serie da due giorni», conferma Federico Caner, assessore a turismo e agricoltura, fedelissimo di Zaia «Sono sconcertato anch’io, è chiaro che qualcosa non torna è andrà chiarito e spiegato dopo il voto, ma adesso è il momento di correre e compattarci, magari convincendo anche questi militanti infuriati. Spero sia solo la rabbia del momento, ma non avevo mai visto tanta esasperazione, è come se qualcosa si fosse rotto».

«Hanno chiamato anche me, militanti anche storici, sono tutti inferociti», aggiunge Fulvio Pettenà, veterano e Zaia boy della prima ora, a rischio espulsione dopo i suoi attacchi a Salvini, sin dalla linea adottata a Roma sui vaccini.

«Qua è finito tutto», ha scritto ieri in una chat una militante di una sezione dell’hinterland, «dov’è finita la Lega che conoscevo? » .

La protesta monta. «Già a caldo, poche ore dopo l’ufficializzazione delle liste, alcune sezioni dell’hinterland dell’Opitergino Mottense le zone del collegio uninominale delle Camera dove Carlo Nordio per FdI – avevano lanciato quella che voleva essere una provocazione ma manche la spia di un malessere. Alle politiche non c’è voto disgiunto, questi sono tutti voti in travaso, o al partito o a tutti gli alleati della coalizione in proporzione.

Adesso la tentazione è cresciuta, e si sta allargando, contagiando anche insospettabili. E c’è il rischio che in tutta la Marca – primo feudo leghista d’Italia nonché roccaforte di Zaia – ci siano voti in fuga

Anche chi batte i territori parla di elettorato non più granitico. «In alcune osterie mi hanno confezionato anche il coretto da stadio», rivela Pettenà, «Pettenà no sta rompar i....stavolta votemo a Meoni, con rima perfetta. Sono molto preoccupato, queste cose non le avevo mai vissute, al di là della goliardia».

«È chiaro che tutto questo parte da lontano, dopo tanti mesi, anzi anni, siamo ancora qui a chiederci dove sia finita l’autonomia, a invocare congressi, a d attendere di rivedere i nostri cavalli di battaglia per il Nord e per le imprese, i temi e le nostre posizioni che ci facevano distinguere da tutti gli altri, avversari ed alleati e che ci hanno portato fino al governo della Regione. Oggi vedo che un ex sottosegretario (Franco Manzato ndr) è candidato all’ultimo posto del proporzionale. Siamo al mondo roverso, avere curriculum non serve più? »

Un altro Zaia boy, Stefano Busolin, già assessore provinciale e presidente di Asco Trade, manifesta il suo sconcerto: «Non capisco più nulla, e vedo che anche i nostro sostenitori faticano a comprendere».

2

Articoli rimanenti

Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito

1€ al mese per 3 mesi

Attiva Ora

Sblocca l’accesso illimitato a tutti i contenuti del sito

I commenti dei lettori