Treviso, la denuncia di Paolo Miani: «Appiani e Miani fallimenti. Basta vip, fate case popolari»
L’erede della dynasty che cedette l’area del futuro park scrive alla giunta Conte. «In viale Orleans sarebbero dovute arrivare le forze dell’ordine, non il multipiano»
A.P.
TREVISO. «Il parcheggio Miani di viale Orleans è stato un’operazione fallimentare, inutile. E adesso rischia di diventarlo la Cittadella Appiani. Lo sviluppo della città va ripensato, non sulla base delle costruzioni per vip e di progetti sbagliati, ma pensando a costruire case popolari vere». La diagnosi sulla sviluppo urbanistico ed edilizio della città, stavolta, non arriva dalla politica, ma da una persona informata dei fatti.
Lo dichiara infatti il geometra Paolo Miani, della dynasty un tempo proprietaria del parchettificio lungo viale Orleans la cui area fu ceduta a Pivato, dove poi la giunta Gentilini avrebbe sviluppato il park multipiano Miani, accogliendo il progetto del costruttore, non il solo in quel quadrante strategico, e non solo per la presenza del nuovo tribunale.
Un park però mai decollato, il Miani, nonostante le strenue campagne di sensibilizzazione e promozione delle amministrazioni leghiste, protese anche a difendere la loro scelta di fronte alla crisi di utenti e di appeal del multipiano.
Miani è figlio di Luigi, l’imprenditore che cedette l’area in questione. E adesso, vedendo quel che sta succedendo anche alla vicina Cittadella delle Istituzioni, all’ex Appiani, ha scritto all’amministrazione Conte, in particolare all’assessore Sandro Zampese, titolare dei Lavori pubblici ma per ben 14 anni presidente della commissione urbanistica, di cui è autentica memoria storica sin da fine 1994. E fra i più tenaci sostenitori e paladini del park Miani.
«Dopo aver letto in questi anni e settimane di parecchie mega operazioni immobiliari per lo più di lusso a Treviso, mi permetto di ricordare un pezzo di storia della città, molto istruttivo», scrive il geometra, «Nel 1987 mio padre Luigi, noto e onesto imprenditore, vendette al costruttore Pivato l’area Miani, dove sorgeva il parchettificio di famiglia. Da quel che disse allora mio padre, la destinazione futura del terreno era quella di una cittadella delle forze dell’ordine. Poi qualcuno cambiò idea e venne il progetto di un park multipiano, rivelatosi quasi da subito fallimentare ed inutile».
I riferimenti sono ai numerosi piani di recupero e lottizzazione che vedono prevalere appartamenti di alta gamma, non solo dentro le mura, in un contesto di mercato che vede Treviso con quotazioni immobiliari molto alte.
E prosegue: «La Cittadella delle Istituzioni all’Appiani, leggo oggi, dopo essere costata decine, anzi centinaia di milioni, si sta rivelando anch’essa un flop annunciato. Per fortuna che c’è ancora chi, come me, viene da una famiglia onesta e storica, e ha ottima memoria, non avendo vincoli o debiti con nessuno e potendo dire quindi e sempre la verità».
Dopo le premesse, ecco la diagnosi di Miani: «Non si capisce a chi andranno i vari immobili di lusso predisposti e progettati, visto che i veri ricchi, trevigiani e non, preferiscono abitare a Venezia o a Milano», conclude, caustico, «Mancano peraltro case popolari e non, ma queste non portano speculazioni e quindi non interessano quasi a nessuno».
Miani nella sua missiva precisa di «parlare solo per amore di verità e non per polemica, come mi ha insegnato mio padre».
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