Casa&Cucina, al Nuovo Ranch si fa merenda come una volta
È a Ponte di Piave il locale gestito da Cristian e Valentina in sala e in cucina con papà Cesarino e mamma Ada
Marina Grasso
Nuovo Ranch, da sinistra Cesarino Maitan, il figlio Cristian e la moglia Ada Romanello
PONTE DI PIAVE. Macché “apericena”, “aperitivo milanese” o “pre-dinner”: nel parco del Nuovo Ranch di Ponte di Piave ci si ritrova tra amici per la “merenda”. Una scelta lessicale, prima ancora che di contenuto, che la dice lunga sulla schiettezza dell’offerta del ristorante della famiglia Maitan. «Per noi l’accoglienza è anche regalare un’emozione», spiega Cristian Maitan, 27 anni e già importanti riconoscimenti professionali alle spalle. «Così abbiamo creato un appuntamento estivo nel parco, in riva al lago, che non imitasse altri stili ma conservasse l’abitudine di ritrovarsi in semplicità nel verde per gustare sapori dolci o salati ascoltando musica e sorseggiando vini o miscelati in grande serenità».
Casa&Cucina al Nuovo Ranch, dove l'aperitivo si chiama merenda
Cristian e la sorella Valentina rappresentano la quarta generazione della famiglia che dal 1945 rappresenta un punto di riferimento a San Nicolò di Ponte di Piave: fin da giovanissimi supportano papà Cesarino (a capo della cucina) e mamma Ada in sala in quella che fu l’osteria dei nonni Elisabetta e Bruno e prima ancora il “casoin” con macelleria e osteria, con annessa fattoria, del bisnonno Cesare.
«Fu lui a costruire il primo corpo di questo edificio», ricorda Cristian «e lo fece utilizzando i mattoni derivanti dal bombardamento di Treviso del 7 aprile 1944, che trasportò qui con carri e buoi di cui disponeva essendo commerciante di bestiame. Avviò così l’attività che alla fine degli anni Cinquanta passò ai miei nonni, che distinsero il “casoin” dall’osteria, facendone un punto di ritrovo per tutto il paese e, soprattutto, per i tanti cacciatori di allora che portavano la selvaggina a nonna Betta perché la cucinasse per loro: la selvaggina è ancora oggi la nostra specialità, anche se molto meno richiesta di un tempo, e quell’abitudine è anche il simbolo storico degli speciali legami che cerchiamo sempre di stabilire con i nostri clienti».
[[(gele.Finegil.Image2014v1) Casa&Cucina, Nuovo Ranch_Nuovo ranch, Cesarino Maitan]]
Anche Cesarino ha cominciato da giovanissimo a lavorare al fianco dei genitori e si è sempre occupato della cucina: «Da quando ho iniziato a lavorare sono profondamente cambiati il pubblico, i gusti, il mondo direi. E anche noi ci siamo evoluti: ingrandendo il ristorante, ampliando e modernizzando la cucina, modificando l’offerta gastronomica poiché l’interesse per la selvaggina è andato scemando e la pietanza oggi più richiesta è la carne alla griglia: proponiamo soprattutto costate di grande qualità come Rubia Gallega, Scottona, Manza dei Fiordi, Tomahawk e oltre a ciò, i nostri menu sono sempre variati secondo stagione e legati sia alla tradizione locale sia alla nostra vocazione artigianale. Infatti mi occupo personalmente di selezionare e intagliare le carni che provengono soprattutto dal territorio circostante, e nella mia cucina – dove lavoriamo stabilmente in sei – facciamo anche la pasta ogni giorno, affumichiamo le carni e i salumi, prepariamo i dolci. Dalla materia prima al piatto come una volta, insomma, anche se con volumi molto più grandi».
Casa&Cucina: l'evoluzione della cucina del Nuovo Ranch
Cesarino, alla guida del ristorante dagli anni Ottanta, si può completamente dedicare alla cucina e agli approvvigionamenti poiché la sala è saldamente nelle mani di sua moglie Ada, oggi coadiuvata dai loro figli e da una consistente brigata di collaboratori.
«Sono fortunato», conclude lo chef, «perché ho lavorato prima con i miei genitori ed ora con i miei figli: loro sono anche un ottimo stimolo per continuare ad evolvere». «Le vere colonne portanti del Nuovo Ranch restano mamma Ada e papà Cesarino», sottolinea Cristian «anche perché hanno saputo contornarsi di un’affidabile squadra di collaboratori eccezionali».
Casa&Cucina, tra i vini del Nuovo Ranch con Cristian Maitan
Ma qualcosa di eccezionale l’ha già fatto anche lui.
«Ho cominciato a gironzolare tra i tavoli del nostro ristorante fin da piccolissimo e ho poi frequentato l’Istituto Alberghiero a Jesolo. Lì mi sono avvicinato al mondo enologico e subito dopo le superiori sono diventato sommelier AIS e nel 2018 sono stato proclamato miglior Sommelier AIS del Veneto e pochi giorni dopo anche miglior Sommelier del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Avevo solo 23 anni e la notizia ebbe parecchia eco, ma non mi ha distolto dalla mia volontà di continuare a migliorarmi. L
«Lo faccio anche con la carta dei vini del ristorante, che presenta oltre 350 etichette con una grande selezione di vini trevigiani: non solo Conegliano Valdobbiadene DOCG ma anche Incrocio Manzoni e soprattutto Raboso, vino cui tengo moltissimo e che ho sempre disponibile in una trentina di versioni».
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