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Vaccini a Treviso, Zago rivuole indietro l’ex Maber: l’Usl deve cercare un nuovo maxi centro

Convenzione scaduta, l’azienda sanitaria dovrà liberare gli spazi. Torna in pole l’ex Pagnossin di Zanardo sulla Noalese

Valentina Calzavara
2 minuti di lettura
Damaso Zanardo e Francesco Benazzi 

TREVISO. Si cerca un nuovo immobile da adibire a maxi-hub per la vaccinazione nel comune di Treviso. L’Ulss 2 ha appena avviato una ricognizione per individuare il futuro Vax Point. Una decisione presa dopo che il proprietario dell’ex Maber a Castrette di Villorba, l’imprenditore della carta Bruno Zago, ha comunicato all’azienda sanitaria «la necessità di rientrare nel pieno godimento del proprio bene», finora adibito a punto vaccinazioni anti-Covid, impegnandosi però a farlo «compatibilmente al servizio di pubblica utilità prestato alla popolazione trevigiana». Sono infatti scaduti i dodici mesi di comodato d’uso siglato tra la proprietà dello stabile e l’Ulss di Marca, è giunto il tempo di trovare un’altra soluzione.

Code nel Vax Point dell’ex Maber 

IL PIANO B
«Abbiamo avuto l’ex Maber a titolo gratuito, accollandoci solo le spese per le utenze, ringraziamo per questa opportunità e capiamo ora le esigenze dell’imprenditore che ci ha chiesto di avere lo stabile indietro nel più breve tempo possibile» spiega il direttore generale dell’Ulss Francesco Benazzi. «Per questo abbiamo pubblicato un avviso pubblico per cercare con la massima trasparenza un nuovo hub-vaccinale tra Treviso, Paese, Quinto, nell’ottica di trasferirvi gran parte dell’attività di profilassi, non solo contro il Covid ma anche quella che finora viene effettuata alla Madonnina, ad esempio la vaccinazione pediatrica» aggiunge il dg, pensando a un trasloco per più anni, capace di rispondere anche alle recenti indicazioni fornite dal ministero della Salute e dalla Regione Veneto, che in vista dell’autunno raccomandano di rafforzare i servizi di profilassi per le quarte dosi con i vaccini aggiornati. Non a caso l’Ulss 2 sta lavorando a un piano B per il Vax Point del capoluogo con l’intenzione di centralizzare l’attività vaccinale, il personale e contenere il più possibile i costi.

I POSSIBILI SITI

Sembra quindi riprendere quota, l’ipotesi dell’ex Pagnossin, sulla Noalese, vicino all’aeroporto. «La disponibilità c’è, gli spazi anche sono idonei e siamo pronti a mettere la struttura a disposizione delle operazioni vaccinali come avevamo già fatto per il passato» conferma l’imprenditore della logistica Damaso Zanardo, proprietario dell’area ex Pagnossin che nell’aprile 2021 era già stata attenzionata come polo vaccinale, con tanto di sopralluogo del direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, stretta di mano tra le parti, e un successivo colpo di scena che aveva portato l’autorità sanitaria a optare per l’ex Maber. In passato è balenato anche il nome della Benetton, poco lontano dall’ex Maber a Castrette, anche se l’idea di adibire una parte dello stabilimento alle inoculazioni sembra definitivamente accantonata.

L’interno dell’ex Pagnossin 

I REQUISITI

Quel che è certo è che i requisiti del futuro hub vaccinale del capoluogo sono stati già messi nero su bianco e riguardano dimensioni, servizi e comfort. L’Ulss di Marca cerca una struttura tra 1.200 e i 1.500 metri quadrati di superficie, distante al massimo di 15 chilometri dalla sede della direzione ospedaliera di villa Ninni Carisi. L’immobile deve essere agibile, a norma con l’impiantistica, munito di ampio parcheggio per il personale e l’utenza, nonché di un percorso distinto per i veicoli in ingresso e in uscita. Deve altresì disporre di un’area coperta da adibire a uffici e ambulatori vaccinali, ben collegata con i mezzi pubblici e vicina ad un’arteria di alto scorrimento, dotata di servizi igienici, locali di servizio, magazzino per lo stoccaggio delle attrezzature. «Siamo aperti a tutte le possibilità» conclude Benazzi.

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