Marianna Cendron, nuove intercettazioni. Il papà: «Siamo pronti al peggio»
I familiari chiedono di riaprire il caso dopo aver ascoltato alcune conversazioni finora mai considerate
Andrea De Polo
TREVISO. Intercettazioni telefoniche tra Renzo Curtolo - il vicino di casa da cui si era trasferita Marianna - e il fidanzatino della ragazza, Michele. Conversazioni mai ascoltate prima e, soprattutto, mai considerate durante l’indagine, che potrebbero aiutare a fare chiarezza sul mistero che da nove anni attanaglia nel dolore la famiglia Cendron. Non ci sono risposte, oggi, su cosa sia successo la sera del 27 febbraio 2013, quando Marianna Cendron, allora diciottenne, scomparve nel nulla al termine di un turno di lavoro, ma il problema è che quelle risposte non si stanno nemmeno cercando, perché la Procura, a settembre del 2018, ha proposto l’archiviazione del caso, e il Tribunale di Treviso l’ha accolta. Oggi è la famiglia, assieme all’avvocato Stefano Tigani, a chiedere di riaprire le indagini alla luce delle intercettazioni i cui giustificativi sarebbero stati trovati, pare, all’interno di un faldone che riporterebbe le spese di giustizia relative all’inchiesta.
«Pronti a tutto»
Mamma e papà di Marianna stasera saranno ospiti di “Chi l’ha visto”, su Raitre, per riaccendere i riflettori sul caso. E non lasciano indifferenti le parole di papà Pierfrancesco, da troppi anni sospeso tra la speranza e il dolore: «Siamo pronti a tutto, io e mia moglie abbiamo seguito anche dei percorsi per l’elaborazione del lutto, siamo andati ad ascoltare e a parlarne, chiaramente speriamo che le cose vadano in modo diverso». Il contenuto delle intercettazioni non è stato diffuso. Ma il solo fatto che ci siano degli elementi nuovi, finora non considerati, riaccende una fiammella di speranza nel cuore del papà: «Abbiamo sempre chiesto che l’indagine non venisse archiviata perché per noi potrebbe esserci qualcosa di diverso da un allontanamento volontario». Sono passati più di nove anni, com’è stato fare un pezzo di strada così lungo senza Marianna? «Per noi è una tragedia continua, non sappiamo ancora dove sia, con chi, se ci sia ancora o meno. E questo è molto difficile da sopportare. Per fortuna abbiamo un figlio grande, di 27 anni, che ci aiuta ed è sempre presente, manca però ancora un pezzo importante della nostra famiglia, di cui non sappiamo nulla. Finché non arriverà una notizia negativa, spereremo sempre che quel pezzo si ricomponga, e che possiamo tornare tutti insieme».
Le novità
L’archiviazione del Tribunale, che accolse la richiesta della Procura, risale a settembre del 2018. «Abbiamo fatto tutto il possibile», spiegò all’epoca il sostituto procuratore Massimo De Bortoli che aveva coordinato le indagini, «ovviamente siamo pronti a riprendere le ricerche se ci dovessero essere delle novità». E quelle novità, oggi, ci sarebbero, secondo il legale della famiglia Cendron. E sarebbero tali da far ripartire le indagini: «La novità sta in alcune intercettazioni che non erano state acquisite nel fascicolo, ma in questa fase non possiamo dire di più» spiega l’avvocato Stefano Tigani. Chi parla in quelle intercettazioni? «Diciamo che riguardano tutti i protagonisti di questa vicenda». Tigani non si sbilancia, ma già in passato era emersa l’esistenza di intercettazioni telefoniche, in particolare, tra Renzo Curtolo e Michele, senza che il loro contenuto divenisse mai di dominio pubblico, e senza che l’indagine ripartisse. Sullo sfondo, anche la presenza di una misteriosa fonte «molto ben informata» sulle sorti della ragazza, il cui nome tuttavia non è mai stato rivelato. La tesi della famiglia Cendron è la stessa di sempre: quello di Marianna non è stato un allontanamento volontario.
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