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Maturità Treviso, gli studenti preferiscono le tracce sulla musica e sui social

Prima prova scritta: meno gettonata la letteratura, con i temi su Verga e su Pascoli

Mattia Toffoletto
2 minuti di lettura

Maturandi del Riccati 

 

TREVISO. La musicofilia in primis, ispirandosi a un testo di Olivers Sacks. Ma anche l’iperconnessione e l’era pandemica, riflettendo su un brano di Luigi Ferrajoli. Le analisi del testo su Pascoli e Verga? Decisamente meno gettonate. Gli oltre 7. 600 maturandi della Marca, oggi il battesimo dell’esame con il tema d’italiano, hanno scelto le tracce che più davano spazio alla riflessione e al racconto del proprio vissuto.

Ritorno alla normalità

Nel giorno del ritorno degli scritti, dopo le maturità bonsai 2020-2021 limitate al solo orale, a Treviso c’erano tanti sorrisi. La felicità di poter vivere un momento irripetibile, negato agli studenti delle precedenti sessioni, ma anche la consapevolezza di veder terminare un percorso reso più complicato dal Covid. A proposito: il Provveditorato, negli ultimi due giorni, ha dovuto sostituire in extremis quattro presidenti di commissione in quanto positivi, l’ultimissimo caso ieri mattina.

Video: le interviste alla fine della prima prova

Maturità Treviso, le interviste al termine della prima prova scritta

«Ora la seconda prova»

Xheni Katuci, 18enne di Spresiano, genitori albanesi, è fra le primissime a uscire al Canova. Le campane di San Nicolò suonano a mezzogiorno, lei si siede sugli scalini del liceo e prova a tirare le somme della mattinata. «Ho pensato inizialmente alla traccia su Liliana Segre, puntando poi sulla musicofilia», racconta la maturanda della 5ª D linguistico, «un po’ per esclusione, un po’ perché fra le più facili. E poi la musica mi piace, esprime quello che sei. Non l’ho vissuta, ad ogni modo, con ansia. Peggio è il trauma post-scritto... Ora penso alla seconda prova in inglese, ma temo di più l’orale. Il futuro? Ca’ Foscari, design della moda».

«Una vittoria per tutti»

Caterina Marton, della 3ª A classico, ha riflettuto sulla pandemia: «Mi metto nei panni dei precedenti maturandi e sono felice di aver potuto fare lo scritto d’italiano. Il presidente di commissione ci ha detto: “Oggi è la festa del vostro sapere”. Parole verissime: ritrovarci a fare l’esame in presenza dopo due anni di Covid è una vittoria per tutti. La pandemia ha tolto tanto a noi giovani, non ho potuto vivere appieno i miei 17 e 18 anni: pure il compleanno l’avevo festeggiato in zona rossa. Nel tema ho riassunto tutto questo, evidenziando pure il buono di questo periodo: la Dad si è rivelata strumento d’inclusione per studenti più fragili, un metodo d’insegnamento che non va buttato via e riservato magari a alunni con Dsa o diversamente abili». Restando nella stessa classe, pure Veronica Ceron ha trovato interesse nella musicofilia: «Le tracce erano carine e fattibili. Ma solo nella musica potevo esprimere meglio il mio pensiero, perché esalta la voglia di vivere di noi giovani: ho scritto della sua forza di unire gli uomini, ma anche del valore terapeutico. Ispirandomi ai Pinguini Tattici Nucleari, mi è venuta una frase a effetto: “Siamo cuori diversi in una stessa scatola”. Il massimo scrivere di musica proprio quando i concerti sono ripartiti. Ora sono solo un po’agitata per la versione di latino, ma soprattutto per l’orale: devo aspettare il 12 luglio. Università? Lettere a Venezia, il giornalismo mi intriga».

Segre e Parisi

La prima in assoluto a concludere al Duca degli Abruzzi è Ema Pajazetovic, nata in Bosnia e in Italia da 10 anni, studentessa della 5ª C Scienze Umane: «Mi è piaciuta la traccia su Liliana Segre. Mi sono soffermata su fascismo e nazismo, ma ho rimarcato pure il dovere civico di avere memoria e non ricadere negli errori del passato». Fuori dal Riccati, Enrico Fois, 5ª C amministrazione e marketing, è stato ispirato dal fisico premio Nobel Giorgio Parisi: «L’ambiente è tema sentito da noi giovani, specie le energie rinnovabili. La vigilia? A cena con amici». Il compagno di classe Karim Kouza ha scelto l’iperconnessione: «Perché è la nostra vita, ma per i social ho fatto pure un riferimento alle “maschere” di Pirandello».

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