Morto Omolade, l’ex giocatore del Treviso simbolo della lotta al razzismo
Il nigeriano aveva 39 anni, è stato trovato senza vita in un’auto a Palermo. Nel 2001 i suoi compagni si dipinsero il volto di nero contro il razzismo

TREVISO. Un bagliore, un lampo che resterà sempre. Ma una vita finita troppo presto.Di Akeeem Oluwaehegun Omolade restano le foto, con i compagni del Treviso con il volto dipinto di nero. E, in un triste lunedì, il suo corpo trovato senza vita in una Peugeot, nella Palermo in cui viveva da tempo, da quando il grande calcio era diventato una chimera.
Aveva 39 anni. Sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso. Non è ancora chiaro cosa l'abbia stroncato, ma sicuramente non aveva lesioni esterne: esclusa quindi la morte violenta.
Era solo un ragazzino, nella primavera del 2001, quando provava a emergere nel grande calcio. Fine maggio: il Treviso lo convoca in prima squadra, entra dalla panchina, a Terni. La curva esce dallo stadio. Un episodio che colpisce i compagni di squadra, che nella seguente gara interna, contro il Genoa, scendono in campo con il volto dipinto di nero: i titolari, i giocatori della panchina e l'allenatore Sandreani. Omolade entra nella ripresa e segna. Era il giugno 2001. Tantissima acqua è passata sotto i ponti, ma pare che nulla sia cambiato. Per Omolade la carriera non è mai decollata: qualche spezzone in Serie A con il Torino, poi tanti campionati minori. Fino alla tragedia di un caldo lunedì che, casualità vuole, proprio il giorno prima aveva visto la squadra della sua città adottiva, il Palermo, festeggiare per una vittoria calcistica.
Omolade, di ruolo attaccante, aveva giocato in serie B nel Treviso, poi era stato acquistato dal Torino. Prima stagione con la formazione Primavera, nella seconda (2002/03) aveva giocato 5 partite in serie A. La sua carriera era poi proseguita in C con le maglie di Novara, Biellese, Reggiana, Gela, Barlatte e Vibonese. Allo scoccare dei trent’anni, aveva continuato a giocare tra i dilettanti siciliani del Mazara e del Ribera.
Nell'ottobre 2012 il giocatore era stato arrestato a Palermo dopo una rissa che aveva coinvolto circa 200 persone durante una cena nuziale nigeriana. L’anno dopo era stato assolto perché il fatto non sussiste.
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