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Sexy ricatto a un artigiano di Paese: ventenne condannato a 4 anni

È l’ideatore di un sexy ricatto, commesso con alcuni giovani complici, nei confronti di un artigiano, un quarantenne residente a Paese

Marco Filippi
1 minuto di lettura

PAESE. Quattro anni di reclusione, duemila euro di multa e cinquemila euro di risarcimento alla parte civile, la stessa cifra richiesta durante l’estorsione. È la condanna inflitta ad un ventenne di origine nordafricana, B.M.W. (difeso dall’avvocato Simone Marian), nato a Conegliano ma residente in Francia. È l’ideatore di un sexy ricatto, commesso con alcuni giovani complici, nei confronti di un artigiano, un quarantenne residente a Paese.

La vicenda risale all’estate scorsa. È il pomeriggio del 14 agosto scorso quando l’artigiano si dà appuntamento a Villorba con una ragazza conosciuta in un sito di incontri online, che gli aveva detto di avere 18 anni, di chiamarsi Laura, e di frequentare l’ultimo anno del turistico a Treviso. I

due vanno a mangiare un gelato a Spresiano, e poi salgono in auto, per appartarsi. Dopo un po’ il quarantenne intuisce che la ragazza vuole del denaro e, a suo dire, a quel punto, rinuncia a continuare il rapporto.

Ma, dietro l’auto spuntano due giovani. L’uomo viene prima preso per il collo e poi rimedia un pugno in faccia: i due gli rubano il portafoglio con 800 euro all’interno e poi scappano.

Dopo pochi giorni, però, sul telefonino dell’artigiano arrivano alcuni messaggi provenienti da vari numeri: messaggi di minaccia, nei quali si chiede del denaro all’artigiano. Se lui non avesse ceduto, sarebbe stato diffuso e consegnato alla polizia un video di lui con la minore in atteggiamenti intimi. Insomma si trattava di un’estorsione in piena regola.

Nei messaggi gli estorsori chiedono prima cinquemila euro in varie tranche. All’artigiano, che non cede al ricatto e alla vergogna, non rimane che sporgere denuncia per rapina ed estorsione alla più vicina stazione dei carabinieri. Le forze dell’ordine organizzano una trappola, utilizzando anche del denaro contrassegnato. L’artigiano si accorda per dare cinquecento euro alla stazione di Spresiano nel pomeriggio, altri 4.500 in quella di Conegliano la sera.

Ma a Spresiano, si presenta con i carabinieri, che arrestano B.M.W. e un complice. Attraverso i numeri di cellulare con i quali sono stati mandati i messaggi, le forze dell’ordine sono arrivate anche all’identificazione di un altro dei giovani che avevano partecipato alla rapina del 14 agosto. L’artigiano ha poi riconosciuto attraverso le foto uno dei due estorsori.

Ieri mattina, davanti al collegio presieduto dal giudice Francesco Sartorio (a latere Leonardo Bianco e Cristian Vettoruzzo) la discussione del processo. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a sei anni di reclusione, il giudice ha stabilito una pena di quattro anno e il risarcimento di 5 mila euro.

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