Dopo i fondi del Sisus dieci Comuni riprovano con quelli del Sus
e. f.
MONTEBELLUNA
I dieci Comuni dell'area montebellunese, asolana e castellana avevano fatto bingo con il Sisus, il programma di finanziamenti europei 2014-2020 che aveva portato, unica area non capoluogo di provincia a beneficiarne in Veneto, ad ottenere 11 milioni di euro da investire sulla mobilità e sulla casa. Adesso tentano il bis con il Sus per essere una delle nove aree venete (tre in più rispetto al Sisus) che riceveranno i fondi europei 2021-2027 per lo sviluppo urbano sostenibile, traducibile in una transizione verso un'economia climaticamente neutra, nello sfruttamento del potenziale delle tecnologie digitali a fini di innovazione e in generale nel sostegno dello sviluppo di aree urbane.
I dieci Comuni sono quelli di Montebelluna, Asolo, Castelfranco, Altivole, Caerano, Istrana, Maser, Riese, Trevignano e Vedelago, ossia gli stessi che avevano concorso con esito positivo ai fondi Sisus. A differenza del Sisus, che aveva come capofila il Comune di Montebelluna, per il Sus questo ruolo è stato dato invece al Comune di Castelfranco, rotazione dovuta più che al cambio del sindaco nel capoluogo montelliano al fatto che il regista di tutta la parte burocratica del Sisus, ossia il segretario comunale Ivano Cescon, non è più a Montebelluna ma si è trasferito appunto a Castelfranco. E così tutta la parte amministrativa ed organizzativa è stata affidata al capoluogo castellano che però può eventualmente avvalersi di personale degli altri Comuni per la presentazione intanto della candidatura in seguito all'avviso emanato dalla Regione Veneto, ed eventualmente per la seconda fase di presentazione di progetti, a cui lavoreranno anche dei professionisti esterni: tanto che i dieci Comuni metteranno una quota parte proprio per pagare i professionisti esterni che lavoreranno a questo progetto di area integrata. —
e. f.
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