Vittorio Veneto, effetto siccità: raffica di incendi in collina
Gli ultimi roghi a Cappella Maggiore e Guia di Valdobbiadene. Il coordinatore dell’Avab: «Sono i mesi più difficili, non accendete fuochi nei boschi»
Francesco Dal Mas
L'intervento dei volontari Avab domenica a Cappella Maggiore
VITTORIO VENETO. Grande siccità, area prealpina a rischio incendi. Ce ne sono stati, in questi giorni, sia a Cappella Maggiore che a Valdobbiadene. E ben 46 volontari dell’Avab, l’associazione volontari antincendi boschivi per i Comuni di Vittorio Veneto, Fregona, Cordignano, Sarmede e Cappella Maggiore, si sono allertati in modo da intervenire appena vedono un fumo alzarsi. L’hanno fatto domenica pomeriggio, quando le fiamme hanno cominciato a divorare un tratto della cresta tra Costa e le Grotte del Caglieron, in territorio comunale di Cappella Maggiore.
«Siamo intervenuti con due squadre – racconta Giorgio Taffarel, il coordinatore del gruppo -. L’area era circoscritta ma si è trattato di un intervento pesante, perché abbiamo utilizzato ben 70 ettolitri di acqua». Il tipico incendio “scappato di mano”, insomma un’imprudenza. È stato bruciato un cumulo di ramaglie e di basamenti in legno, ciò che insomma è vietato fare in questo periodo dalla Protezione civile della Regione. «La maggior parte degli incendi accadono proprio in questo modo – afferma Taffarel -. Non ci si rende conto che basta un colpo di vento per rendere incontrollabili le fiamme». È quanto, probabilmente, sempre domenica, è accaduto a Guia di Valdobbiadene, dove un agricoltore ha dato alle fiamme dei tralci di vite, per completare la pulizia del vigneto. In questo caso sono intervenuti l’Avab di Valdobbiadene ed i Vigili del fuoco.
L’assessore regionale alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin, che era di passaggio su quelle strade, ha annotato e commentato, ancora una volta, che non è questo il modo di “pulire” le proprietà agricole. «C’è un preciso divieto ad accendere fuochi in presenza di una siccità come quella che riscontriamo in questo periodo» afferma. Incendio simile a Cornuda.
L’Avab di Vittorio Veneto ha una storia lunga 44 anni e può contare su un’attrezzatura invidiabile: 3 fuoristrada, 2 autobotti, un furgone 4x4 per trasporto dei volontari, tre carrelli porta attrezzature, compresa la torre di illuminazione. «Noi siamo sempre pronti ad intervenire, giorni e notte. Quando serve ci accompagniamo ai vigili del fuoco. I mesi più pericolosi sulla Pedemontana – spiega Taffarel – sono quelli della siccità invernale. D’estate, invece, veniamo spesso chiamati al Sud». Solo un mese fa l'Avab con i vigili del fuoco di Vittorio veneto avevano operato insieme a San Lorenzo per spegnere un incendio sviluppato su duemila metri quadrati di collina. «La nostra vigilanza è massima, siamo nei fatti - conclude Taffarel - le sentinelle dei boschi. Ma invitiamo chi li frequenta ad essere più prudenti».
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