TREVISO. Appello alla vaccinazione anti-Covid per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. L’azienda sanitaria trevigiana invita le famiglie ad aderire a fronte della magra partecipazione prevista per la settimana in corso.
«Da qui a domenica abbiamo appena 549 prenotati in questa fascia d’età. Siamo al 45,5% di bambini tra i 5 e gli 11 anni vaccinati o che si sono prenotati per la profilassi. Dobbiamo accelerare» dice il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi. Nel mentre, a gravare sui Vax Point è il fenomeno delle disdette.
«Mercoledì su 7.500 prenotati per l’inoculazione di tutte le età, in 800 non si sono presentati» evidenzia il dg. Per l’autorità sanitaria chi ha rifiutato l’appuntamento lo ha fatto per una positività al Covid o perché in quarantena per contatto, ma dietro ci potrebbe essere anche qualche “furbetto” che sta giocando sui rinvii.

PRESTAZIONI DA RECUPERARE
La quarta ondata di Covid ha generato 17 mila prestazioni sanitarie da recuperare. L’azienda sanitaria della Marca incrocia le dita e spera che la pandemia finisca entro marzo, così da poter avviare già nel mese di febbraio un massiccio piano di recupero delle lunghe liste d’attesa. «Abbiamo 16.269 visite specialistiche non urgenti e 932 interventi galleggianti da esaurire» ammette il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi.
Ernie, chirurgia dell’anca, cataratta e tutte le specialità in regime di day surgery sono tra le più colpite a causa della riduzione dell’attività operatoria. Si preannuncia quindi un grande sforzo per recuperare, ci sarà ancora da stringere i denti, come avvenuto nella prima fase dell’epidemia quando l’Ulss di Marca si è trovata a dover smaltire più di 40 mila prestazioni.
Per riuscire nell’impresa le sale operatorie hanno ingranato la quinta garantendo un 40,6% in più di attività (se prendiamo il periodo tra dicembre 2021 e gennaio 2022, rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente).
«Non appena usciremo dalla trincea della pandemia riorganizzeremo il sistema potendo contare sulla maggiore disponibilità di anestesisti che prima erano impegnati nell’emergenza Covid e su un maggior numero di posti letto di terapia intensiva no-Covid per garantire l’assistenza dopo gli interventi più impegnativi. Sono orgoglioso di poter sempre contare su una squadra di collaboratori d’eccellenza» prosegue Benazzi.
Il copione per la prossima primavera sarà dunque lo stesso messo in atto in passato, quando il virus ha mollato la presa e gli ospedali hanno potuto aumentare le prestazioni no-Covid.
Sale operatorie in funzione per 12 ore al giorno e la speranza di poter assumere qualche anestesista in più per rafforzare il supporto anestesiologico indispensabile per chi deve affrontare un’operazione.
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