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Conegliano, il paladino della sicurezza stradale a processo per guida in stato di ebbrezza

Tasso alcolemico doppio rispetto al limite dopo un incidente di tre anni fa. Andrea Dan, presidente dell’Associazione Manuela, si difende: «Non ero io alla guida ma una persona che è scappata mentre ero svenuto»

Diego Bortolotto
1 minuto di lettura

Andrea Dan, presidente dell'Associazione Manuela Sicurezza Stradale

 

CONEGLIANO. Andrea Dan, presidente dell’Associazione Manuela Sicurezza Stradale, è a processo per guida in stato d’ebbrezza.

L’uomo, paladino della sicurezza stradale, per ironia della sorte dovrà difendersi dall’accusa di essersi messo alla guida della sua auto, la sera del 23 ottobre del 2018, con un valore del tasso alcolemico superiore del doppio (1,08 milligrammi per litro di sangue) rispetto al valore minimo per il quale scatta il ritiro della patente. Dan è comunque pronto a dare battaglia, sostenendo, attraverso il suo legale Marco Furlan, che non era lui alla guida dell’auto ma un giovane marocchino che, dopo l’incidente, scappò lasciandolo sanguinante e privo di sensi, sul sedile del passeggero.

L’incidente avvenne a Capo di Sopra, una frazione di San Vendemiano. La Bmw sulla quale viaggiavano Dan e il marocchino era uscita di strada in una curva in via Chiarini, urtando prima il muretto di recinzione e finendo poi dall’altra parte della carreggiata, sfondando una decina di metri di recinzione di un’altra villetta. I residenti, che accorsero per prestare i primi soccorsi, videro la sagoma di un uomo scappare, mentre all’interno dell’abitacolo fu poi trovato Dan. Era seduto sul lato passeggero e sanguinava.

Furono i vigili del fuoco a soccorrere Dan, estraendolo dall’abitacolo dove era rimasto incastrato. Il presidente dell’Associazione Manuela (di recente messosi in marcia da Conegliano a Roma proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sicurezza stradale) era stato poi trasportato e ricoverato all’ospedale di Conegliano, dal quale fu dimesso all’indomani.

Nel frattempo, gli agenti della polizia Stradale, intervenuti sul luogo dell’incidente per i rilievi, avevano trovato delle macchie di sangue sul volante che appartenevano proprio a Dan (il giovane marocchino, rintracciato successivamente non aveva ferite particolari). Da qui l’accusa a Dan di guida in stato d’ebbrezza. Il processo, a questo punto, pare l’unico mezzo in grado di chiarire cosa sia realmente successo quella sera e soprattutto chi fosse alla guida della Bmw di Dan. Secondo l’avvocato Furlan, le tracce si sangue sul volante della macchina non sono assolutamente una prova del fatto che a guidarla fosse il presidente dell’Associazione Manuela: Dan potrebbe benissimo aver tentato di aiutarsi con il volante per tentare di uscire dall’abitacolo prima di perdere i sensi. Il processo entrerà nel vivo a gennaio del prossimo anno.

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