Riesplode la Dad, a Treviso famiglie in rivolta: “Costretti a casa per un solo positivo”
Tempi lunghi per i test, l’isolamento preventivo dura giorni. Tra i genitori c’è chi si rifiuta di sottoporre il figlio al tampone
Mattia Toffoletto
TREVISO. Riesplode la Dad, e le famiglie sono in rivolta. Il contagio si allarga a macchia d’olio, i tamponi richiedono sempre più tempo e ci sono 421 classi in quarantena: torna in maniera massiccia la didattica a distanza, classi con un solo positivo sono costrette ad adottare la Dad anche per più giorni.
Lo sfogo dei genitori
Dalle famiglie, nell’ultimo periodo, le segnalazioni si sprecano: «Prima che arrivino gli esiti dei tamponi, passa quasi una settimana», sbottano. E, non bastassero i ritardi legati all’incremento delle positività, ci sono pure genitori che riferiscono di classi «ostaggio delle famiglie che non vogliono sottoporre a test il figlio».
Più casi, più test
Cosa sta succedendo nelle scuole? Sono aumentate a dismisura le classi trevigiane con contagi, schizzate nelle ultime ore a 421. E, di conseguenza, pure i test da somministrare. «Sì, c’è stato un rallentamento nelle procedure. D’altronde, i contagi sono aumentati», riflette Ada Vendrame, dirigente del Comprensivo Coletti. Così, se fino a poco tempo fa potevano bastare 24 ore (massimo 48) per conoscere il destino di una classe, ora può capitare che i giorni d’attesa salgano persino a cinque. Giorni che servono per capire, tramite tampone, se ci siano altri contagi fra i compagni dell’alunno positivo. Giorni che, per le classi interessate, fanno rima con didattica a distanza.
Giravolta del governo
Da non sottovalutare, in tale contesto, le recentissime retromarce nelle direttive nazionali per la gestione dei casi in aula, che qualche grattacapo l’hanno dato pure ai presidi. Con le regole, il riferimento è a martedì scorso, ribaltate in meno di 24 ore. L’ultima modifica prevede quarantena per tutti con un solo positivo fino a 6 anni, con due casi da 6 a 12 anni, con tre positivi dai 12 anni a salire. Altrimenti scatta la sorveglianza, ossia frequenza in aula per gli studenti negativi. L’Ulss 2, dal canto suo, conferma le difficoltà nel tracciamento, annunciando, da martedì prossimo, l’incremento del personale impiegato in queste operazioni. Ed è forse inutile ribadire come l’impennata dei casi sia legata anzitutto alle fasce d’età non ancora vaccinabili.
Tracciamenti in ritardo
«Non tutti gli alunni si sottopongono a tampone con la stessa tempistica, i genitori lavorano e devono ricavarsi lo spazio per accompagnarli ai test», spiega la preside Vendrame, «in parallelo, non tutti gli esiti sono comunicati nello stesso momento. A tutto ciò aggiungete l’effettivo ritardo nel tracciamento: se prima potevano bastare 24 ore, ora ci vogliono pure tre giorni. Al Comprensivo Coletti, ad esempio, c'è una classe di una primaria in Dad da venerdì».
Dad di cinque giorni
Francesca Magnano, del Comprensivo Felissent, commenta: «Il Sisp ha visto accrescere il lavoro. E con i ritardi aumenta l’incertezza per le famiglie». Spostandoci al liceo Canova, la preside Mariarita Ventura fa i conti con tre classi in sorveglianza e una in quarantena: «Casi aumentati e tempistiche aumentate. Si arriva pure a cinque giorni di Dad».
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