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Concussione, peculato, ricettazione e falso ideologico

Forestale, ex comandante a processo

Tra le accuse anche le assenze ingiustificate e l’uso indebito del cellulare di servizio. A giudizio anche due imprenditori

Marco Filippi
2 minuti di lettura
L'ex comandante del Corpo forestale Tiziano Padovan, 63 anni 

VOLPAGO. Tiziano Padovan, l’ex comandante della stazione del Corpo forestale e del nucleo cinofilo di Volpago, sarà processato per una serie di reati che vanno dalla concussione al peculato, dal falso ideologico all’abuso d’ufficio, passando per la ricettazione.

Con lui, saranno processati, a vario titolo, Massimo Boaro, 55 anni, legale rappresentante della Max Ornithology di Loria; Luciano Criconia, 68 anni, commerciante di Noale; e Radames Visentin, 55 anni di Pederobba, autista di un’ azienda di calcestruzzi. La prima udienza, davanti al tribunale collegiale, è stata fissata per l’aprile 2022.

Il perno dell’inchiesta

È sulla figura e sul ruolo dell’ex comandante forestale Padovan, 63 anni di Crespano, ora pensionato, che si è incentrata l’indagine del sostituto procuratore Anna Andreatta, che ha portato ai quattro rinvii a giudizio. Il telefono di servizio usato per scopi privati, il personale del comando incaricato di svolgere mansioni che nulla avevano a che fare con il servizio e, poi, l’ emissione di fatture gonfiate per forniture al Corpo forestale in concorso con un imprenditore sono alcune delle accuse a suo carico. Inoltre, in appena un mese e mezzo di pedinamenti da parte dei carabinieri del comando provinciale, Padovan avrebbe messo insieme la bellezza di 23 assenze ingiustificate dal suo ufficio dove attestava falsamente di essere. Per questo deve rispondere anche del reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

L’imprenditore e la falsa fattura

Uno degli imprenditori in questione è Massimo Boaro, proprietario della Max Ornitology, che Padovan “abusando delle funzioni, del potere e del controllo esercitati” avrebbe indotto nel 2012, a versargli 2500 euro per una cena di rappresentanza e, nel 2014, a emettere una falsa fattura da 4500 euro per giustificare l’acquisto di materiali mai consegnati. Il documento sarebbe servito a giustificare la presenza in magazzino di beni che invece erano stati forniti da un’altra ditta, non abilitata a negoziare con lo Stato, e cioè quella di Luciano Criconia, commerciante di abiti militari di Noale. Padovan e Boaro sono accusanti anche di truffa aggravata per un’altra fattura di 6.000 euro a fronte di una fornitura di appena 1500 euro.

Sacchi di mangime a metà prezzo

Per l’ex comandante la lista delle contestazioni è anche più lunga, dal peculato per aver venduto, al prezzo di 25 euro, sacchi di mangime per cani in uso all’unità cinofila a Radames Visentin, 54enne di Pederobba autista di una ditta di calcestruzzi, e ad un altro cittadino di Trevignano, che è uscito di scena dall’inchiesta. Sono stati invece prosciolti con sentenza di non doversi procedere, assieme a Padovan, dall’accusa di peculato, Saverio Torresan, 60 anni di Crespano, e Maurizio Mocellin, 63 anni di Borso, responsabili dell’attività vivaistica e gestore dell’ex vivaio forestale della Regione “Onè” di Crespano.

In altre parole Mocellin e Torresan erano stati inizialmente accusati di aver dato a Padovan delle piantine conservate nell’ex vivaio, tra le quali carpini, frassini, noci e aceri, per poi dispensarli a terzi come regalie. In realtà, pare si trattasse di piantine che non avevano alcun valore e che non sarebbero state utilizzate. —

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