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Investitori da mezza Europa, il Prosecco parla pure “foresto”

Sono arrivate tante aziende da Svizzera, Francia, Germania e Inghilterra. Il caso della cantina “Bacio della Luna” di Vidor, nata dopo un fallimento

francesco dal mas
2 minuti di lettura
Le sorelle Delevingne collaborano con la cantina Foss Marai 

CONEGLIANO. I fondi di investimento stranieri, sia statunitensi che europei, ma perfino italiani, hanno adocchiato le colline del prosecco Docg. Non tanto perché sono di rara bellezza, quanto per i brand che presentano i vigneti ma soprattutto le cantine.

Un metro quadro di vigna può valere 700 mila euro a Valdobbiadene, 400 mila a Farra di Soligo, solo per fare un esempio.

IL CASO DI VIDOR

Questa strada è stata segnata ancora 10 anni fa dalla cantina “Bacio della Luna”. In questi giorni è uscita una bottiglia celebrativa per i suoi 10 anni, l’anno scorso il fatturato è stato di 55 milioni di euro.

La sede dell’azienda “Bacio della Luna” di Vidor 

La proprietà è di un colosso svizzero, la Schenk, che conta anche su una divisione italiana, e che sta producendo 15 milioni di bottiglie l’anno in quel di Vidor.

Il suo mercato si estende dal Belgio alla Russia. Il fatturato è di 55 milioni di euro. Il cuore sono i vigneti del “Bacio della luna”, cantina nata dopo aver rilevato un’azienda in seguito a fallimento, la Cantina Conte Bernardi. Il decimo compleanno è stato festeggiato all’hotel Danieli di Venezia.Si tratta, dunque, di una realtà operativa a Vidor, in mano agli stranieri.

I PRECEDENTI

Nel 2009, però, era stata la Mionetto di Valdobbiadene ad essere appetita dai tedeschi della Henkell.

Nel 2017, la Ruggeri finiva anch’essa in mano straniera, precisamente alla Rotkäppchen-Mumm Sektkellereien GmbH, azienda familiare con sede a Unstrut, nel cuore della Germania, uno dei maggiori produttori di spumante, superalcolici e vini, un colosso da 608 collaboratori, 5 siti produttivi, 911 milioni di fatturato grazie alla vendita di 253 milioni di bottiglie ogni anno. Successivamente la Cuzziol Grandivini veniva conquistata dai capitali francesi. E poi ci sono le collaborazioni. Imprenditori stranieri (a volte anche artisti a caccia di investimenti redditizi), che siglano un patto con le aziende locali per lanciare una loro linea.

È il caso di Cara Delevingne, modella, attrice, musicista, giunta sulle colline Unesco un paio di anni fa, insieme alle sorelle Poppy e Chloe, per lanciare in collaborazione con Foss Marai le loro creature, il Superiore Docg e il Treviso Doc. Il primo era schizzato subito, in Inghilterra, ad una quotazione di 30 sterline.

SI CERCANO ALTRI VIGNETI

Gli svizzeri sembrano da qualche tempo gli investitori più dinamici. Dopo aver messo le mani sulle cantine Conti Bernardi, proprio in queste settimane stanno verificando se ci sono altre opportunità, in particolare nell’area di Farra di Soligo.

Ma perché i Fondi di investimento sono tutti proiettati sui vigneti delle colline Unesco? Non solo per il loro valore attuale, ma perché il Consorzio di tutela ha scommesso sulla sostenibilità, quindi in particolare sul biologico: ed il biologico, si sa, è il prodotto destinato a fare più mercato, sia in Europa, ma soprattutto negli Usa.

Con una considerazione: l’interesse dei Fondi è rivolto soprattutto ai brand e non tanto alle strette coltivazioni perché queste richiedono molta manodopera.

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