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La sfida di Alessandra Cappellotto: «Salverò le mie amiche cicliste di Kabul e le farò correre ancora»

La campionessa del mondo che oggi ha 52 anni e vive a Monfumo, si sta mobilitando per aiutare le atlete oppresse dai talebani

Mattia Toffoletto
2 minuti di lettura

MONFUNO. Una sfida che sgorga dal cuore e che lei proverà a vincere a tutti i costi. Lasciando il segno e aprendo una strada, proprio come fece da atleta, diventando la prima donna italiana - a San Sebastian, nel 1997 - ad aggiudicarsi un Mondiale di ciclismo.

Alessandra Cappellotto, 52enne ex ciclista vicentina trapiantata da anni nella Marca. a Monfumo, oggi responsabile del Cpa Women, il sindacato mondiale delle cicliste, e presidentessa di Road to Equality (un’associazione sportiva dilettantistica creata da Cappellotto per consentire ad atlete di Paesi disagiati di poter correre), si sta mobilitando da giorni per portare in salvo le cicliste afghane, dopo che il ritorno dei talebani ha fatto risprofondare il Paese asiatico nell’incubo più totale.

Talebani che disprezzano le donne e non tollerano il ciclismo femminile, considerandolo un disonore. «Ho interpellato Federciclo mondiale e italiana, Sottosegretariato allo Sport, Ministero degli Esteri, Nazioni Unite, pure le Ong attive in quell’angolo di pianeta», le parole di Cappellotto, che rappresenta le cicliste di tutto il mondo ed è vicepresidente Accpi, l’Associazione italiana corridori.

«Ho chiamato e scritto a tutti quelli che possono darmi una mano a trarre in salvo le cicliste afghane, ora in preda alla paura. Se ci riuscirò, sarà la mia vittoria più bella».

Non è semplice, in questi giorni, raggiungere l’ex azzurra al cellulare. Una serie infinita di “call” impegna Cappellotto da mattina a sera, fra segnali di fiducia e momenti di sconforto. E con l’ex iridata, in questa battaglia per la vita, c’è pure un’altra trevigiana che sta dando tutta se stessa: Anita Zanatta, 40enne di Camalò, vicepresidente di Road to Equality.

Giornate infinite passate al telefonino a tessere la tela della speranza. Ieri Tuttobiciweb riferiva del salvataggio di una ciclista afghana che, dopo essere volata in Qatar, è riuscita a riparare negli Stati Uniti, in Virginia: un bagliore di speranza nel buio di queste settimane.

Negli ultimi anni, su spinta dello stesso Cpa e della Federciclo mondiale (Uci), è stato dato un notevole impulso al movimento femminile nel tormentato Paese asiatico. Lo scorso 9 marzo (lo svolgimento era previsto originariamente per l’8, ma ragioni di sicurezza avevano imposto lo slittamento di 24 ore), a poche ore dalla festa internazionale della donna, era stata organizzata nella capitale Kabul una corsa su strada: avevano pedalato una cinquantina di atlete. Al di là dei numeri, un risultato di valore inestimabile in termini di conquista sociale. E con una collocazione in calendario dal fortissimo valore simbolico.

Ora l’ex campionessa del mondo originaria di Sarcedo prova ad aiutare quelle stesse atlete nella disperata fuga dal Paese ripiombato nell’oscurantismo talebano. Nelle mani di un regime che segrega le donne, calpestandone la dignità. E che considera il ciclismo femminile alla stregua di una vergogna.

«Il rischio è che possano essere oscurati agli occhi del mondo tutti i volti delle donne dell’Afghanistan, comprese le nostre sorelle cicliste», il grido di dolore dell’ex campionessa di ciclismo, «Ma non possiamo permetterlo, aiutatemi a portarle in Europa: in questo momento, non c'è gara più importante di questa. Una gara per la vita».

Cappellotto prova a lasciare il segno e aprire una strada, come fece - perdonate il parallelismo - con l’impresa al Mondiale di San Sebastian ’97. Con il Cpa e Road to Equality, si batte da anni per sviluppare il ciclismo nei Paesi dove è più complicato praticare sport. Tempo addietro, ad esempio, era andata "in missione" in Africa. Senza scordare il prezioso supporto nell’organizzazione della corsa di Kabul del 9 marzo. Ora con l’appoggio di tutto il ciclismo mondiale, l’ex iridata cerca di vincere un’altra sfida. La sfida per la vita delle cicliste afghane.

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