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Da Roma 24 milioni a 44 Comuni di Marca. Stato condannato: ha 4 mesi per pagare

Sono gli arretrati del riparto del fondo di solidarietà 2015 varato dal governo Renzi. Da 3 anni i sindaci attendevano giustizia

ANDREA PASSERINI
2 minuti di lettura

Una vecchia foto di sindaci della Marca

 

TREVISO. Quarantaquattro Comuni delle Marca – in fila per sei, col resto di due – possono marciare compatti per batter cassa a Roma, perfettamente allineati. Entro dicembre lo Stato deve pagare loro gli arretrati, 24,575 milioni; e se continuerà a non rispettare l’obbligo già certificato da una sentenza del Consiglio di Stato nel 2018, sarà il ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta, a saldare il conto a piè di lista, da commissario ad acta.

Lo ha deciso il Consiglio di Stato, giovedì. I 44 Comuni trevigiani si erano nuovamente rivolti al massimo organismo della giustizia amministrativa di fronte allea “renitenza” dello Stato nel rispettare il verdetto Un’ingiunzione di pagamento a Roma, che ha visto ancora la Marca trionfare sullo Stato.

Una pioggia di denaro. Conegliano avanza 3,8 milioni; Castelfranco 3; Montebelluna 2; Villorba 1,3, a scendere gli altri. Un successo pieno della linea giudiziaria intrapresa per primo da Marzio Favero, allora sindaco di Montebelluna, sposata subito dall’ Acmt (associazione Comuni Marca Trevigiana) guidata da Maria Rosa Barazza. Sostegno legale dell’avvocato Giacomo Quarneti, fresco avvocato generale della Regione; e Conegliano, con l’allora sindaco Floriano Zambon, capofila.

Quei 24,575 milioni erano scomparsi dai fondi che il governo Renzi aveva ripartito dal Fondo di Solidarietà 2015. «È stato nuovamente sancito il diritto dei comuni ad avere i soldi illegittimamente non versati», spiega l’avvocato Quarneti, «Così come è stato riconosciuto anche l’ostruzionismo dello Stato per non versare, o versare solo una parte dei 24,5 milioni». Prima i ritardi, con atti e documenti consegnati oltre i termini. E infine il blitz di novembre, quando l’Avvocatura Generale dello Stato aveva chiesto di poter versare solo 10 milioni, con l’ausilio di una relazione della Ragioneria generale.

Ma il Consiglio di Stato ha ri-stabilito come l’impossibilità per i comuni di varare il bilancio, bene pubblico per eccellenza, violi il principio costituzionale dell’autonomia finanziaria degli stessi comuni. Principio già assodato nel 2018, quando i giudici capitolini avevano confermato la sentenza del Tar del Lazio (2017) che sanciva il diritto dei 44 comuni al rimborso dei tagli indebitamente fatti sul Fondo di Solidarietà 2015. I Comuni, coordinati dall’Acmt avevano impugnato il provvedimento di Palazzo Chigi. Ma né la vittoria al Tar del 2017, né quella al Consiglio di Stato del 2018 avevano visto lo Stato obbedire. Di qui il nuovo atto legale a Roma, e il terzo pieno successo. Di fila. Questi i 44 Comuni: Altivole, Asolo, Carbonera, Casale, Castelfranco, Castello di Godego, Codognè, Colle Umberto, Conegliano, Fonte, Gaiarine, Giavera, Godega, Istrana, Loria, Mareno, Maserada, Monastier, Montebelluna, Nervesa, Oderzo, Paese, Pieve di Soligo, Ponzano, Povegliano, Quinto, Refrontolo, Resana, Riese, Roncade, San Biagio, San Fior, San Vendemiano, Santa Lucia, San Zenone, Sernaglia, Silea, Spresiano, Susegana, Trevignano, Valdobbiadene, Vazzola, Vedelago e Villorba.ANDREA PASSERINI

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