In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni
i provvedimenti dell’ulss

Caso Astrazeneca, a Treviso 3 mila under 60 riceveranno la seconda dose con un altro vaccino

Nella Marca sono stati immunizzati sempre con AstraZeneca anche 17.160 over 60 e ne restano altri 20.000 da fare, ma per gli over 60 non cambierà nulla e si continuerà a utilizzare AstraZeneca

V. c
1 minuto di lettura

TREVISO. Per la provincia di Treviso il dietrofront nazionale sulla possibilità di continuare a somministrare AstraZeneca ai soggetti under 60 si traduce in 3.393 cittadini, in attesa della seconda dose, che verranno riprogrammati per ricevere un vaccino differente: Pfizer o Moderna.

«Ci confronteremo con la Regione per declinare le indicazioni delle autorità sanitarie italiane, finora avevamo già fatto il richiamo con AstraZeneca a 1.300 under 60» spiega il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi.

Nella Marca sono stati immunizzati sempre con AstraZeneca anche 17.160 over 60 e ne restano altri 20.000 da fare, ma per gli over 60 non cambierà nulla e si continuerà a utilizzare AstraZeneca. Da qui al 10 agosto tra prenotati e vaccinati, le coperture arriveranno al: 74% (50-59), 67% (40-49), 53% (30-39), 57% (20-29), 36% 12-19. Intanto la media provinciale è scesa a 16 casi ogni 100.000 abitanti e nelle ultime 24 ore si è verificato un nuovo ingresso in Terapia intensiva, un 39enne non vaccinato.

C’è un aggiornamento sul caso del dottor Ivan Da Ros, il medico di Fregona accusato dall’Ulss di aver visitato in Rsa pur essendo positivo al Covid. Per il professionista, l’Ulss aveva chiesto la revoca della convenzione,il collegio arbitrale ne ha disposto la sospensione per un mese, verrà sostituito dal collega Sandro Rigato.

«Biasimevole ed esecrabile è la circostanza che l’Ulss 2 abbia ricevuto il parere del collegio arbitrale già lunedì 7 giugno e che, anziché notificarlo immediatamente al destinatario naturale l’abbia anticipato alla stampa» sottolineano gli avvocati di Da Ros, Barnaba Battistella e Cristian Finotti, «ancora una volta profondendosi in un’omelia a senso unico e imputando a Da Ros condotte che nulla hanno a che fare con la contestazione disciplinare». 

I commenti dei lettori