Macchine rubate e poi ripulite all’estero Il pm chiede il processo per 13 indagati
Verso il rinvio a giudizio Alain Valle e altre 12 persone accusate di aver rivenduto sul web auto riciclate a ignari acquirenti
Marco Filippi
TREVISO. Il caso delle macchine rubate dagli autonoleggi e re-immatricolate in Repubblica Ceca per poi essere vendute in rete ad acquirenti, ignari di comprare auto riciclate, approda davanti al giudice delle udienze preliminari Gianluigi Zulian. Il sostituto procuratore Davide Romanelli ha chiesto il rinvio a giudizio di 13 persone tra le quali Alain Valle, 37 anni di Povegliano, ritenuto assieme a Marco Bortoluzzi, 43 anni di Spresiano, e Mauro Pollici, 64 anni di Treviso, titolare di un’agenzia di pratiche automobilistiche in piazza delle Istituzioni (tutti difesi dall’avvocato Andrea Zambon).
Sono accusati di aver messo in piedi un complesso meccanismo per ripulire all’estero macchine che erano state rubate in Italia a società di noleggio. Tutto iniziava con il furto del veicolo, in Sicilia e Campania soprattutto. Il mezzo veniva poi trasferito nella Marca occultando la sua reale provenienza attraverso una targa prova appartenente ad una società di Monselice di Bortoluzzi e dotandolo di numero di telaio abilmente contraffatto. L’auto poi veniva nascosta da alcuni complici e, previo pagamento di una somma di volta in volta definita spesso all’uscita autostradale di Treviso Nord, finiva nella disponibilità di Valle e Bortoluzzi. A questo punto il mezzo era pronto per essere immatricolato in Repubblica Ceca, con targhe e documenti di circolazione locali, inducendo in errore anche le autorità straniere grazie a una società di import-export operante a Praga, la “M.B.Praha servizi S.R.O.” appositamente creata da Bortoluzzi. Un volta “ripulito” il veicolo veniva nazionalizzato per importazione nel territorio italiano, e quindi dotato di targhe e documenti italiani, e successivamente messo in vendita anche a più acquirenti, previo pagamento di rilevanti somme di denaro con l’utilizzo dei canali internet di vendita.
Le posizioni di Valle, Bortoluzzi e Pollici sono quelle più pesanti visto che il pm contesta loro l’associazione per delinquere. Valle e Bortoluzzi sono indicati come “organizzatori e promotori”: il primo perché avrebbe «curato e organizzato il trasferimento delle auto di provenienza illecita dal Sud Italia a Treviso», mentre l’altro perché avrebbe «curato il trasferimento all’estero delle macchine per immatricolarli in Repubblica Ceca».
Pollici è invece indicato come “membro del sodalizio” con il ruolo «di istruire fittiziamente le pratiche di immatricolazione delle autovetture riciclate presso la sua agenzia di pratiche auto». Altri cinque indagati sono accusati di aver fatto parte dell’associazione per delinquere. Franco Stecchi, 66 anni di Albignasego, avrebbe intrattenuto “i rapporti commerciali con gli ignari clienti per la vendita delle auto riciclate, partecipando in prima persona alle procedure di nazionalizzazione fittiziamente istruite” dall’agenzia di Pollici. Mentre Davide Levak, 48 anni di Mestre, Giuseppe Reina, 51 anni di Acireale, Gaetano Calì, 40 anni di Viagrande (Catania), e Leonardo Angelo la Rosa, 29 anni di Viagrande, avrebbero avuto il ruolo di “corrieri” con l’incarico di «ricevere l’autovettura rubata nel Sud Italia e di trasportarla materialmente a Treviso, consegnandola agli altri sodali perché procedessero alle ulteriori fasi del riciclaggio del mezzo».
Altri indagati con ruoli di secondo piano per i quali il pm ha chiesto il rinvio a giudizio sono Sandro Fantin, 50 anni di Istrana, Emanuele Torresan, 38 anni di Treviso, Antonio Caldato, 47 anni di Treviso, Graziano Biasetto, 60 anni di Ponzano e Fakama Levak, 41 anni di Ponzano. Nel procedimento l’Am Motorsport srls di Povegliano è stata chiamata in causa come responsabile civile.
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