TREVISO. Il 2021 parte in salita con circa 100 mila trevigiani che dovranno trovarsi un nuovo medico di famiglia in corso d’anno. Molti professionisti stanno andando in pensione e non si trovano sostituti. I numeri parlano chiaro: 78 zone della provincia di Treviso sono carenti di assistenza primaria secondo la ricognizione dell’Ulss 2 realizzata il mese scorso.
Mancano 78 medici di base. Pesanti le ripercussioni sulla popolazione: l’assistenza primaria rischia di scomparire dai piccoli centri urbani lasciando sguarniti interi territori. E allontanandosi dalle comunità toglie opportunità di cura e appesantisce gli ospedali. I primi effetti della mancanza di medici di base già si toccano con mano. Nel quartiere di Santa Bona una delle aree più popolose del capoluogo, con oltre 9 mila abitanti l’ambulatorio di riferimento è in sofferenza.
«Nell’arco di pochi mesi nell’ambulatorio di Santa Bona non rimarrà più alcun medico, in quanto finora non ci è stata comunicata alcuna possibile sostituzione: un problema enorme». Da paziente, Fulvio Fronzoni interpreta la preoccupazione di tanti cittadini del suo quartiere. Molti di loro sono anziani, soli, senza patente e senza strumenti tecnologici per attivarsi nella ricerca di un nuovo curante. Il tutto aggravato dalla pandemia, che alimenta paura e apprensione.
«Nella programmazione 2020 avevamo già chiesto alla Regione nuovi medici di medicina generale per sostituire, tra gli altri, i 3 medici della medicina di gruppo della zona di Santa Bona. I giovani medici che si sono inseriti nelle vicinanze hanno la possibilità di assorbire gli assistiti dei colleghi che stanno cessando l’attività» fa sapere l’azienda sanitaria, entrando nel merito di quanto sta accadendo nel capoluogo.
Per favorire i pazienti, l’Ulss di Marca informa che «sta predisponendo delle modalità di attribuzione del medico senza far spostare gli assistiti dal proprio domicilio» e aggiunge che «sarà comunque garantita a tutti la possibilità di un cambio medico». Rassicurato, ma solo in parte, Fronzoni ricorre al buon senso: «In questi mesi le autorità sanitarie hanno ribadito la necessità di rinforzare la medicina del territorio, eppure manca la programmazione se ci troviamo all’ultimo minuto a risolvere la questione». —