Basta antenne formato pennoni Il Comune frena il piano 2018
Congelate le istanze di Iliad sulla rotonda in Chiesa Votiva e viale Brigata Marche Manera: «Dove possibile sostituiremo anche le esistenti con impianti più piccoli»
F.D.W.
Dallo scorso anno sulla città pendeva l’arrivo di altri due nuovi pennoni, uno in viale Brigata Marche e l’altro in un luogo non certo secondario: davanti alla Chiesa Votiva, nella rotonda di via Venier. L’amministrazione ha congelato tutto, sospendendo ogni nuovo impianto “pesante” e preparandosi ad operare una revisione di tutte le vecchie infrastrutture. Il diktat è uno: «Basta antennoni». L’obiettivo anche un altro: «Eliminare gli esistenti».
cambio di rotta
Possibile installare ancora pilastri-antenna mentre la tecnologia permette di realizzare infrastrutture diverse e meno invasive? Questa la domanda che si sono posti in Comune, in primis l’assessore all’Ambiente Alessandro Manera dopo un faccia a faccia con il sindaco Mario Conte proprio sul tema. Dal primo cittadino l’input a «ripulire» la città, a partire dai nuovi impianti richiesti dai gestori per far fronte alle necessità di connessione e copertura. «Credo che oggi, tra fibra e 5G ci sia la possibilità per approfittare tecnologie nuove e migliori per le telecomunicazioni», spiega Manera, «che rendono obsoleto il solo pensiero di installare altri antennoni. Di qui lo stop agli impianti a Sant’Antonino e Selvana, ma anche a tutti gli altri previsti dal piano, fino ad un confronto con le società». Secondo Manera, c’è modo di passare dai pennoni e impianti molto meno invasivi «ovviamente garantendo sempre i bassissimi livelli di emissioni che Treviso ha mantenuto grazie al suo piano». “Tante antenne meno potenti”, questo il progetto dell’allora assessore Chiole, criticato ma dimostratosi invece funzionale.
Le vecchie antenne
Per quanto riguarda i pennoni esistenti, Manera è cauto ma chiaro: «Vorremmo eliminarli uno a uno sostituendoli con impianti piccoli, ma dobbiamo affrontare il tema con i gestori». E non è una partita facile, anche perché per il Comune ogni singola antenna equivale ad un introito, ed ogni trattativa “urbanistica”, diciamo così, è anche un trattativa di bilancio. L’intero panorama di pennoni vale all’amministrazione circa un milione di euro l’anno.
Iliad in attesa
A fare le spese di questo stop in corsa è soprattutto Iliad, che nella “revisione del piano antenne 2018” faceva la parte del leone - da ultima arrivata - per recuperare contatti e “aria” pur avendo acquisito parte del sistema di ripetitori di Wind convertendo 8 antenne esistenti. Di qui la richiesta d’installare 31 nuovi impianti, tra ripetitori in condivisione su antenne già posizionate da altri gestori, a nuove strutture come erano appunto il pennone nel mezzo della rotonda di via Venier e in viale Brigata Marche (all’angolo tra via Zorzi e via Boiago). Nel primo caso dal Comune è stata proposta anche un’alternativa più vicina (park Dal Negro), anche se sia via Venier che viale Brigata Marche erano già stati individuati anni fa come sede di possibili installazioni.
tempi Lunghi
«Non sarà una procedura da poco, sia in termini di impegno che di tempi», prosegue l’assessore Manera, «bisogna capire prima quali saranno le potenzialità date dalla fibra (un anno alla fine dell’installazione, ndr),e quali sono le intenzioni dei gestori tra politiche di copertura e fusioni». Piedi per terra, ma l’intenzione c’è tutta, «anche per salvaguardare alcuni ambiti cittadini». Non ultima la villetta con vista sull’antenna in viale Monfenera. —
F.D.W.
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