Fallimento Sporting, SalePepe prigioniero
Il ristorante opera all’interno della struttura pignorata: «Non c’entriamo con i loro debiti, ma ora rischiamo di chiudere»
Francesco Dal Mas
VITTORIO VENETO
SalePepe rischia di chiudere. Il ristorante di San Giacomo è prigioniero del fallimento dello “Sporting Club 2001”. Andrea Mosole e Andrea Borghese, i titolari della Andreas - subentrata nella gestione alla “I Baroni” nell’affitto di ramo di azienda - ne sono rammaricati, perché con le difficoltà della precedente gestione non hanno a che fare.
«Il fatto che dal sito dell’Istituto delle vendite giudiziarie di Treviso risulti che l’intero complesso, comprensivo di piscine, campi da tennis, bar ed altre strutture - tra le quali rientra anche l’immobile in cui SalePepe sta svolgendo regolarmente la propria attività- sia stato messo all’asta», affermano i legali di Mosole e Borghese Leandro Savoca e Alessandro Piccolo, «non deve in alcun modo far passare l’idea che sia la stessa attività di ristorazione ad aver accumulato un’ingente somma di debiti tale da dover subire una procedura esecutiva. Anzi. Il Sale Pepe è del tutto estraneo al grave dissesto finanziario contratto dalla proprietà». Però ne paga gravemente le conseguenze.
Sino alla pubblicazione dell’asta giudiziaria, il locale ha avuto un ottimo afflusso di clientela. «Ci siamo semplicemente ritrovati, nostro malgrado ad esercitare l’attività all’interno di un immobile che risultava già precedentemente pignorato a seguito di una malagestio perpetrata dall’impianto sportivo Sporting Club 2001», chiariscono Borghese e Mosole. Alla sottoscrizione del contratto di affitto, i soci del Sale Pepe erano completamente all’oscuro – così affermano i legali - di un procedimento esecutivo pendente sull’intero compendio immobiliare e si ritrovano ora a dover fronteggiare una situazione difficile, alla luce anche del fatto che hanno investito per sistemare il locale e renderlo ora appetibile ai futuri acquirenti.
La pubblicazione della vendita all’asta ha anche indotto la clientela a non presentarsi più al ristorante, credendolo chiuso. Ora il rischio è concreto.
Il locale potrebbe, infatti, essere venduto ad un nuovo acquirente, senza che i due soci possano nemmeno rinnovare l’affitto per continuare l’attività. «Potrebbero venire cacciati dal loro locale per colpa di un debito contratto da altri, di cui non avevano alcuna cognizione al momento dell’inizio della propria attività», concludono i legali.Da qui l’affidamento allo Studio Legale Savoca-Piccolo di Caneva. Il complesso dell'ex Sporting Club 2001 in via Sabotino a San Giacomo ha rappresentato per molti anni un punto di riferimento sportivo e ricreativo di alta qualità, seppur collocato nella periferia della città. Ora si apre la partita del rilancio. —
Francesco Dal Mas
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