Piscina di Montebelluna, conti in rosso, ma i dipendenti lavorano anche senza stipendio
Il presidente: «Sforzo condiviso per mantenere l’impianto» La società investe 3 milioni, il personale accetta i ritardi
Gino Zangrando
MONTEBELLUNA. La crisi ha colpito anche la piscina di Montebelluna, ma gestori e personale si stanno dando da fare, si rimboccano le mani e vanno avanti con sacrifici.
«I nostri dipendenti avanzano alcune mensilità di stipendio, ma non se ne sono andati. Ora la situazione sta migliorando. Paghiamo con regolarità dipendenti e collaboratori e pian piano daremo loro anche gli arretrati», assicura Giovanni Menegon, presidente della Montenuoto, la società sportiva senza scopo di lucro che gestisce la piscina Chiara Gavi di Montebelluna oltre che l’impianto natatorio di Valdobbiadene. A fare sacrifici per la piscina cittadina non sono solo i 22 dipendenti e il centinaio di istruttori, che hanno un contratto di collaborazione con la Montenuoto e sono impegnati nell’impianto di Contea e in quello di Valdobbiadene, ma anche i dirigenti della società. Menegon e i membri del suo cda sono volontari che, oltre a lavorare gratis, stanno rischiando avendo investito il loro patrimonio personale sulla piscina.
«Per restaurare la parte più vecchia della piscina di Contea si sono resi necessari dei lavori dal costo di tre milioni di euro che sono stati finanziati attraverso un prestito bancario», continua Menegon. Per dare il finanziamento l’istituto di credito ha chiesto delle garanzie. «Cinque di noi sono andati in banca a firmare come garanti», prosegue il presidente della società sportiva. Le rate sono a carico del bilancio della Montenuoto, ma qualora questa non riuscisse a farvi fronte la banca può chiedere ai garanti di pagare con i propri beni.
I problemi di liquidità, che nel passato hanno portato a non pagare gli stipendi, sono dovuti alla necessità di far fronte alle rate del prestito e alle varie utenze mentre calavano le entrate a causa della crisi che ha colpito un po’ tutti gli impianti natatori.
«Vi è stata una forte riduzione di iscritti ai corsi serali per gli adulti. Non sappiamo se questo fenomeno sia avvenuto perché i genitori con meno soldi in tasca preferiscano rinunciare loro al nuoto piuttosto che toglierlo ai figli oppure se sia stato causato dalle nuove offerte delle palestre. Il risultato è stato però un notevole calo dei nostri introiti», conclude Menegon.
La piscina è di proprietà del Comune, ma è gestita dalla Montenuoto, riconosciuta come un’eccellenza sportiva del territorio. Secondo la convezione sottoscritta le spese di gestione e la manutenzione ordinaria sono a carico della società sportiva mentre la manutenzione straordinaria spetta all’ente locale. La Montenuoto è andata anche oltre i propri obblighi riconoscendo le difficoltà a reperire fondi che hanno le amministrazioni comunali.
I commenti dei lettori