Drogato e senza patente provoca un incidente mortale a Sernaglia: chiede di patteggiare
Nello schianto avvenuto a Sernaglia un anno fa aveva perso la vita un operaio di 52 anni di Vidor L’imprenditore Luca Leiballi era al volante senza patente, nel sangue tracce di sostanze psicotrope

SERNAGLIA. Luca Leiballi, l’imprenditore di 52 anni titolare della Santa Giustina Carni che nel maggio dell’anno scorso alla guida di un furgone sbandò e si schiantò contro un camioncino provocando la morte di Ferrante Battistin, opoeraio 52enne di Vidor, ha chiesto di poter patteggiare la pena. L’udienza preliminare ieri è stata rinviata in attesa che l’assicurazione dell’imputato risarcisca il danno.
Era stata una vicenda che aveva fatto molto discutere dato che Leiballi avrebbe guidato sotto l’effetto della cocaina e con la patente revocata come era emerso dai risultati delle analisi cui venne sottoposto l’imprenditore dopo l’incidente. Ferrante Battistin, operaio edile della Vanin srl di Bigolino (Valdobbiadene), stava viaggiando col collega Gianni Tormena, classe '79, a bordo del camioncino di lavoro sulla sp34 in direzione Conegliano.
Sulla corsia opposta, alla guida del camioncino-frigo, l'imprenditore della carne Luca Leiballi, classe 1965, che per cause che sono ancora in corso di accertamento avrebbe invaso la corsia opposta schiantandosi contro il mezzo condotto da Battistin. Il terribile impatto, avvenuto poco prima delle 7, aveva causato la morte sul colpo del 52enne di Vidor. La Procura di Treviso aveva aperto un'inchiesta sulla vicenda, iscrivendo nel registro degli indagati l'imprenditore originario di San Fior, accusato di omicidio stradale. Ora l’inchiesta è chiusa e la posizione dell’imprenditore si è aggravata. Dagli esami del sangue effettuati dal laboratorio di igiene tossicologica forense di Mestre hanno infatti dato esito positivo alla cocaina. In più è emerso che quella mattina Leiballi non avrebbe potuto guidare. La patente infatti gli era stata revocata nel dicembre 2016 dalla prefettura di Belluno perché non aveva ottemperato all’obbligo di sostenere gli esami di idoneità tecnica disposti dalla Motorizzazione nell’ambito di una pratica di revisione della patente. Aveva suscitato vasto cordoglio suscitato cordoglio in tutta la Vallata la fine di Ferrante Battistin, che abitava da circa un anno a Vidor ma che era originario di San Stino di Livenza (nel Veneziano) dove vivono la madre e i quattro fratelli. Il padre lo aveva perso qualche anno fa.
Aveva conosciuto e poi sposato nel 1999 Vittoriana Nardi, gelataia di Valdobbiadene. «Ferrante si era innamorato perdutamente di lei - aveva raccontato nel dolore la cognata Antonia - e per lei aveva deciso di trasferirsi a Valdobbiadene. Un luogo che amava moltissimo». Il 52enne aveva trovato nei due fratelli della moglie e nei genitori di lei una seconda famiglia e lui, per loro, era davvero un figlio e un fratello. Era riuscito a farsi conoscere e amare tra i concittadini prima di Valdobbiadene e poi anche di Vidor, paese in cui si era trasferito con la moglie Vittoriana appena un anno prima del dramma. I due coniugi avevano trovato casa proprio nel piccolo Comune in via Canaletto, un borgo di recente costruzione. Ferrante, operaio edile, da più di 10 anni alle dipendenze dell'impresa Vanin srl di Bigolino, adorava il suo lavoro.
Nell’incidente il camioncino-frigo, dopo un testacoda, era finito a bordo strada sullo stesso lato di marcia, mentre l'altro mezzo che trasportava materiale edile di piccole dimensioni era carambolato a seguito dell'impatto nella scarpata lungo i campi coltivati. A lanciare l'allarme immediatamente erano stati alcuni automobilisti in transito sulla sp34 in località Masarole.
Sul posto erano intervenuti oltre ai soccorsi e alla Stradale di Vittorio Veneto, anche i vigili del fuoco di Conegliano e di Montebelluna, impegnati nelle difficili operazioni di estrazione dalle lamiere dei tre uomini coinvolti nel frontale. Per Ferrante Battistin purtroppo non c’era stato nulla da fare.
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