Bimba giù dal terrazzo, Mogliano sconvolta: «La mamma? Una donna amorevole»
Suor Immacolata: «Era sempre attenta, premurosa, stava vicino alla piccola». Don Edoardo: «Dobbiamo gioire per la salvezza della bimba e aiutare i genitori». Mogliano sta con la mamma
Matteo Marcon
MOGLIANO. Una donna taciturna, riservata, ma amorevole e attenta: i conoscenti la descrivono così. La notizia dell’arresto della mamma moglianese, con la pesantissima accusa di tentato omicidio nei confronti della sua piccola di 3 anni, genera nella frazione di Zerman soprattutto stupore, cautela e qualche comprensibile reticenza. Secondo le testimonianze la coppia era venuta ad abitare in paese da una decina d’anni, ma solo con la nascita della loro figlia, iscritta all’asilo, avevano iniziato gradualmente a frequentare la parrocchia e a integrarsi nella comunità.
Pochi rapporti con i vicini, qualche saluto, nulla di più. Suor Immacolata Piras, coordinatrice dell’asilo, è stata tra le prime ad accorrere domenica pomeriggio al capezzale della piccola: «Nei primi giorni di scuola abbracciava sempre alcune bambole, quindi ho portato in ospedale con me un piccolo dono», racconta, «una bambola di pezza, lei non ha parlato, ma mi ha guardato e ha stretto forte. Ci ha dato l’idea di essere completamente cosciente. Era con le zie».
Mogliano, i vicini: "Abbiamo visto la bimba a terra"
Se la domenica è stata sconvolta da quel volo di sei metri dal terrazzino del secondo piano, il lunedì a Zerman è raggelato dagli sviluppi dell’indagine degli investigatori, che hanno tratto in arresto la madre. «Io spero tanto che la bambina sia semplicemente scivolata», commenta suor Immacolata, «lei gli voleva bene. La accompagnava tutti i giorni, mi sembra una mamma attenta, protettiva, le stava sempre davanti».
Anche il parroco di Zerman, don Edoardo Cestaro, ha voluto essere vicino da subito alla famiglia: esprime «gioia per la salute di una bambina che è rimasta incolume» e al contempo «un grande dolore per il dramma dei genitori». Le accuse formulate dagli inquirenti, spazzano via le prime ipotesi sull’incidente.
«Io non li conosco» commenta una vicina, Martina, «ho visto attorno alle 12.40 di domenica l’elicottero del Suem. Sono rimasta in casa, ho visto i carabinieri che giravano nel condominio. Mi sono trasferita da poco. Mi sembrano tutte persone tranquille, non penso sia stata la madre». Manuel Cappellesso ha assistito invece alle prime fasi dei soccorsi: «Ho visto che era distesa sul cortile, era cosciente respirava, attorno a lei c’erano gli infermieri del Suem di Treviso e anche il padre, che è anche lui infermiere. Non sappiamo cosa sia successo».
Allertati dal via vai di sirene e dell’elicottero, molti vicini si sono radunati vicino al muretto del condominio. «Lui è un bravissimo ragazzo» commenta Giorgio, padre di Manuel, rientrato poco dopo «lei anche. Vedevo che stava spesso con la bambina, andavano a giocare nel parco. Lasciamo che siano gli investigatori a fare il loro lavoro».
Maurizio e Nicoletta, del bar “Le tentazioni”, di fronte alla chiesa, raccontano di aver avuto più volte come loro clienti madre e figlia: «Prendeva due biscottini per la figlia, buongiorno, arrivederci, niente di più». All’uscita di scuola, poco dopo le 13, c’è solo il tempo per infilare i bimbi in macchina e partire, oppure prenderli per mano e accompagnarli a casa, come fanno Elisa e Francesco: «La bimba è compagna di scuola di nostra figlia, ma non abbiamo mai avuto rapporti con i suoi genitori. La madre è una persona riservata, forse un po’ timida, educata». Un’insospettabile quarantunenne, casalinga, che oggi deve affrontare il carcere e le accuse, durissime, degli inquirenti.
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