Prosecco Conegliano Valdobbiadene, per la candidatura spesi 763 mila euro
Dalla Regione del Veneto arriva più di metà delle risorse impegnate. E poi Consorzio Docg, Provincia, Camera di commercio e Comuni. Ma il primo riscontro per la candidatura Unesco del Prosecco è negativo
Andrea Passerini
CONEGLIANO-VALDOBBIADENE. Settecentosessantrè mila euro, divisi quasi equamente fra l’Ats territoriale trevigiana nata nel 2014 e la Regione Veneto. Tanto è costata e sta costando la candidatura Unesco delle colline del Prosecco, che ha appena incassato la bocciatura della commissione tecnica internazionale.
Non sarà il primo aspetto del dossier Unesco, ma la bocciatura - o meglio l’ufficializzazione – ha finito in pochi giorni per mettere sotto la lente anche le spese sostenute sin qui dal sistema territorio. Per la candidatura, dunque tutti gli apporti tecnici e scientifici necessari ea realizzare il dossier da sottoporre all’Unesco, e poi per quello che è stata definita ufficialmente l’«attività di accompagnamento», cioè la promozione e il supporto alla corsa dei colli di Conegliano e Valdobbiadene.
Il conto è presto fatto. Il 15 marzo 2014, nella sede della provincia, nasceva l'Ats (associazione temporanea di scopo) "Colline di Conegliano Valdobbiadene patrimonio dell'Umanità", evoluzione del comitato già sorto nel territorio. Obiettivo dell’Ats: ottenere il riconoscimento da parte delll'Unesco dell'unicità del territorio delle colline trevigiane del Prosecco. Curiosità: proprio sull’unicità si è incagliato il dossier presentato all’Unesco. Seconda curiosità: il cronoprogramma prevedeva la consegna del dossier nel 2016, ma tutto ha finito per slittare a cavallo fra 20917 e 2018
Soci dell’Ats erano il Consorzio di Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene, la Provincia, la Camera di Commercio di Treviso, e l'Ipa (intesa programmatica d’area) “Terre Alte della Marca Trevigiana”, capofila il comune di Pieve. Investimento di 315 mila euro – 215 mila per il dossier, altri 100 mila per il marketing – così ripartiti: 150 mila a cari del consorzio guidato da Innocente Nardi (prima tranche da 120 mila euro, poi ’extra di 30 mila euro), 90 mila la Provincia, 60 mila la Camera di Commercio, 30 mila l’Ipa dei comuni.
E questo primo conto fra 330 mila euro. Poi ci sono gli stanziamenti regionali, ricostruiti dal consigliere del Pd Graziano Azzalin sulla base di un’interrogazione presentata alla giunta a suo tempo.
Inizialmente sono stati 113 mila euro, fra 2016 e 2017, per la redazione degli studi, girati all’Ats. Successivamente, ci sono 20 mila euro erogati con la delibera 680 del 17 maggio 2016.
Prima di tutto, a fine 2014, la delibera 2769 del 29 dicembre stanziava da altri 50 mila euro. Quindi la giunta Zaia stacca altri 100 mila euro nel 2015, con la delibera 44 del 19 aprile, denominata pacchetto Grandi Eventi». Fin qui quelli erogati e spesi: conto di 283.000 €.
Ma non è tutto. Giacciono, nel preventivo 2018 della Regione, e sempre nel pacchetto Grandi Eventi, altri 150 mila euro, recentemente stanziati dalla giunta regionale. E siamo infine a 333.000 €.
Sono tutte spese legate esclusivamente alla candidatura Unesco e al suo sostegno. Nel conto non figurano le iniziative collaterali condotte ad esempio dal Gal Alta Marca, diretto da Michele Genovese, che fra le sue “mission” istituzionali ha il supporto alla candidatura. E non ci sono contributi privati: inizialmente previsti al momento della fondazione dell’Ats, sono stati poi esclusi per precisa scelta. Né figurano eventuali altri investimenti di enti locali e realtà territoriali direttamente o direttamente collegate alla candidatura.
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