Valdobbiadene, rubato il modellino sulla tomba di Seba
Sparito il “Vespino” donato dalla mamma e tanto caro al diciottenne morto in un incidente. L’appello social diventa virale

VALDOBBIADENE. «Riportate il Vespino a Seba». Centinaia di persone da tutta Italia hanno raccolto l’appello lanciato da mamma Rosa, a seguito del furto avvenuto sulla tomba del figlio Sebastiano Bortolin. Il ragazzo di Valdobbiadene era morto a soli 18 anni in seguito ad un incidente stradale, nel febbraio dello scorso anno. Un campione di atletica, studente dell’agraria di Feltre che gli ha intitolato una borsa di studio, ma soprattutto un ragazzo dal cuore d’oro che si era fatto benvolere da tutti. La salma è sepolta nel cimitero di Bigolino. Lì, dove i suoi cari vanno per una preghiera, nei giorni scorsi qualcuno ha fatto sparire un modellino della sua Vespa. «Sulla sua tomba c'era un piccolo oggetto a noi caro. Una miniatura della sua Vespa – ha scritto giovedì mamma Rosa sul suo profilo Facebook -. Se qualcuno l'ha inavvertitamente presa, per favore la restituisca. Il valore economico è minimo, ma per noi il valore affettivo è incalcolabile». Mamma Rosa, con l’umanità che la contraddistingue, non vuole lanciare accuse. Confida che chi ha sottratto quel ricordo inestimabile possa rimetterlo al suo posto. In poche ore sui social si è diffuso l’appello, oltre 500 le condivisioni, messaggi di solidarietà sono arrivati anche dall’estero. Tutti sono rimasti indignati nel sapere di quello squallido furto nel cimitero. Si è mobilitato anche il Vespa club d’Italia per aiutare la famiglia di Sebastiano Bortolin. Il desiderio dei familiari è che l’appello possa raggiungere chi, anche se inconsapevolmente, ha compiuto quel gesto perché si ravveda. L’episodio ha riaperto una ferita in tutti quelli che hanno apprezzato Seba. Il ragazzo morì in un incidente il 25 febbraio 2017. L’auto guidata da un amico si scontrò contro un camion. Velocista sulle piste di atletica, campione regionale di staffetta 4x200, Sebastiano tra le sue diverse passioni aveva la sua Vespa rossa, con cui faceva gite “avventurose” con gli amici, divertendosi con quella due ruote d’epoca. Il modellino era un particolare ricordo per la famiglia. «Figlio adorato, nipote amato, cugino conteso e sempre disponibile. Mille cose da fare, esperienze da sperimentare e piccole ribellioni con la sua mamma. E’ stato un adolescente vivace, ribelle ma mai eccessivo», aveva scritto mamma Rosa nel libro che ha realizzato in memoria del figlio, raccogliendo le testimonianze di parenti, amici, compagni di atletica e scuola, insegnanti. «Alcune volte facevo finta di non vedere e di non sapere delle sue avventure - continuava -. Come quel giorno che è andato fino a Posa Puner in Vespa per giocare con la neve con i suoi amici di Col San Martino. Cose per loro pericolose, ma che mi facevano sorridere perché in fondo erano esperienze e ricordi che in un futuro lo avrebbero a sua volta fatto sorridere nel raccontarle magari ai suoi figli». Diego Bortolotto
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