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A scuola arriva la “guardia” antibulli

Parte in città il progetto pilota curato dal servizio dell’Usl 2 in collaborazione con l’ex comandante dei carabinieri Currò

di Davide Nordio
2 minuti di lettura

CASTELFRANCO . Bullismo a scuola, la soluzione si chiama Progetto Scuola Sicura, ovvero l’inserimento di una figura professionale capace di intercettare le situazioni a rischio e, in un sistema di rete con il personale docente e non docente, trovare le soluzioni del caso. È l’innovativa proposta – a quanto pare la prima in Italia – elaborata da Pasquale Borsellino, direttore del dipartimento Infanzia-Adolescenza-Famiglia del distretto asolano della Usl 2, con la consulenza di Antonio Currò, già comandante della stazione dei carabinieri di Castelfranco. Una collaborazione che è presto spiegata. «Partiamo infatti», spiega Borsellino, «dall’ormai decennale collaborazione tra i servizi sociali e l’Arma sul fronte scolastico.

Questa figura, che possiamo chiamare addetto alla sicurezza, non è un vigilantes, tutt’altro. Si tratta invece di una persona debitamente formata, direi specializzata, capace innanzitutto di osservare prima di intervenire. Una figura che deve essere riconoscibile nel contesto scolastico, punto di riferimento anche dei ragazzini che si trovano a essere vittime dei bulli». Per Borsellino il fenomeno l bullismo è decisamente preoccupante: «Riguarda tutte le scuole, dalle elementari alle superiori. Un fenomeno che è la conseguenza di modelli familiari pluridifferenziali, per motivi culturali ma anche per il cambiamento sociale di questi tempi. Parliamoci chiaro: una delle premesse della socializzazione e dell’inclusività è il rispetto delle regole, che era il primo compito educativo delle famiglie. Oggi invece c’è il primato dell’affettività, dove si pensa innanzitutto ad andare incontro ai bisogni dei ragazzi. Invece è importante che sappiano gestire anche le frustrazioni e i fallimenti. Paradossalmente abbiamo cresciuto bambini più narcisisti, che pensano prima a se stessi che al resto. Da qui scatta la molla del bullismo». «Vi sono luoghi che devono mantenere la loro “sacralità” nel rispetto delle regole», aggiunge l’ex comandante Currò, «e il primo non può che essere la scuola. Per questo partiamo da qui». «La scuola infatti», continua Borsellino, «può diventare il luogo di conflittualità, di violenza, di sopraffazione, dove gli dall’est i possono incubare “virus” letali alla sopravvivenza».

La figura dell’addetto alla sicurezza deve saper intercettare quei gesti “particolari”, come l’abbraccio tra coetanei o la stretta dove si possa nascondere, ad esempio, lo spaccio di sostanze. «Gli interventi», continua Borsellino, «non potranno essere coercitivi o autoritari, ma improntati al dialogo e alla collaborazione». Un progetto completamente nuovo, quello di Scuola Sicura, che punta molto sulla formazione di addetti, docenti, famiglie, prima dell’entrata in gioco di questa nuova figura al momento a livello sperimentale, dove sarà affrontata anche la tutela dal cyberbullismo. «Credo che sia ormai tempo», conclude Borsellino, «che il mondo degli adulti dimostri attenzione per quello dei ragazzi. Solo in questo modo potremo evitare una deriva sempre maggiore, dove l’unica soluzione, questa volta davvero, è una vigilanza di polizia, come già capita nelle scuole americane. Siamo ancora in tempo».
 

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