In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Cgil: «Ci sono troppi poveri fasulli a Treviso: pensionati e dipendenti tartassati»

Treviso. Il segretario dello Spi Paolino Barbiero avverte: poche le dichiarazioni delle fasce benestanti E invece da chi ha la trattenuta alla fonte arriva, ogni anno, l’85% del reddito imponibile Irpef

Federico Cipolla
2 minuti di lettura

C’è qualcosa che non torna nei redditi dei trevigiani. Né è convinto Paolino Barbiero, segretario dello Spi Cgil, dopo avere analizzato lo studio sulle dichiarazioni dei redditi del 2015 e del 2016 in provincia di Treviso. «C’è evidentemente dell’imponibile che rimane sommerso», ha spiegato, «e farlo emergere aiuterebbe Comuni e Regione ha dare più servizi ai cittadini».

Il sommerso. Barbiero si riferisce a chi ha dichiarato un reddito superiore a 75 mila euro all’anno. Appena il 2,4% della popolazione nel 2016. «Dati che male si adattano ad una creazione di ricchezza in provincia piuttosto evidente, soprattutto con la lente posata sugli investimenti immobiliari e, in generale, sugli stili di vita» dice il segretario dello Spi Cgil che invita a cercare le aree di «profitti non dichiarati». «Le leve degli enti locali per individuare le sacche di evasione con convenzioni con Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza benchè da noi sollecitate, difficilmente vengono utilizzate. Probabilmente per il timore di perdita di consenso elettorale» critica il segretario.

I dati dei redditi, e il peso delle pensioni. Sono tutti in positivo, segno che la crisi è alle spalle. La ricchezza e i posti di lavoro sono in crescita, così come i redditi di imprenditori e autonomi. Il reddito medio 2016 degli autonomi è stato di 46.671 euro lordi (+10,09% rispetto al 2015, e +16,49 rispetto al 2014); per gli imprenditori invece i redditi medi sono stati di 43.026 euro in contabilità ordinaria (+11,11%), e di 24.491 in contabilità semplice (+6,14%).

Crescono meno dipendenti e pensionati: rispettivamente 21.854 euro lordi di media (+2,29 rispetto al 2014), e 16.347 (+3,35%). Eppure è proprio da pensionati e dipendenti che arriva l’85% del reddito imponibile ogni anno. Nel 2016 si sono raggiunti gli 11 miliardi di euro, sui 12,9 miliardi totali nella Marca. «Sono queste categorie che fanno funzionare Comuni e Regione», continua Barbiero, «eppure sono quelle che meno hanno visto aumentare il reddito medio. Se non ci fosse stato il bonus Renzi in questi anni avrebbero addirittura perso potere d’acquisto». Ad usufruire del bonus in provincia di Treviso sono state 194.697 persone nel 2015, e 198.089 nel 2016; ottenendo mediamente 832 euro all’anno. «Significa che sono entrate più persone nel mercato del lavoro, ma con redditi bassi», puntualizza Barbiero. A confermarlo è il numero dei lavoratori che hanno dichiarato un reddito inferiore a 15 mila euro all’anno, ben il 38,1% dei contribuenti. Continua ad aumentare l’imponibile della classe più alta considerata dallo studio, ovvero colore che dichiarano più di 120 mila euro annui: in questo caso il reddito medio ha raggiunto 221.560 euro, mentre nel 2015 era di 213.902. 

La mappa del reddito e il caso Monastier. La ricca, ricchissima Monastier. Nella mappa della provincia è di gran lunga il Comune dove gli autonomi guadagnano di più: la media raggiunge i 128.025 euro, a Tarzo, comune più povero, si ferma a 23.702. Ma la statistica potrebbe essere drogata da un paio di redditi decisamente alti. «A Monastier sono state fatte appena 31 dichiarazioni dei redditi da lavoratori autonomi», spiegano dalla Cgil, «quindi ne bastano un paio per far alzare di molto la media». Scontato pensare a Bruno Vianello, presidente di Texa, e a Claudio Feltrin, presidente di Arper. A Valdobbiadene, secondo comune per ricchezza degli autonomi, ci si ferma a 74.800 euro di media, a Treviso 55.606. Il capoluogo è quello in cui i dipendenti guadagnano di più (24.241 di media), dopo San Pietro di Feletto (27.110).

 

I commenti dei lettori