Asparago, pioggia e freddo hanno fatto slittare il raccolto
Dalla prossima settimana previsto il boom delle due Igp trevigiane di Cimadolmo e Badoere Il Consorzio: «Stagione in ritardo, sarà più breve». La Coldiretti: «I prezzi saranno più equilibrati»
di Alessandro Bozzi Valenti
TREVISO. Non è primavera senza asparago. Non è Marca trevigiana senza le sue perle di Cimadolmo e Badoere. Tra i 20 ed i 22 centimetri di qualità pura per il bianco “frutto” delle terre del Piave, tra i 14 ed i 20 per il bianco e verde del paese della storica Rotonda a due passi dal Sile. Gemme che si fregiano del marchio Igp da anni, portando con sé proprietà organolettiche e depurative al pari di pochi altri prodotti del mondo agricolo. Eccellenze che nonostante una quarantina di chilometri di distanza tra i rispettivi territori di produzione hanno caratteristiche al palato lievemente differenti, pur dovendo fare i conti - in questo inizio di stagione - con le stesse problematiche. Piogge frequenti e, di fatto, una stagione primaverile tardiva rispetto al solito, hanno infatti provocato uno slittamento di almeno 10 giorni rispetto alle consuete raccolte. Conseguenze? Qualche difficoltà per la preparazione della baulatura, i tipici “tunnel” sul terreno. Ma sul piano della qualità, nessuna.
Perchè l’acqua, assicurano gli esperti, all'asparago fa bene (non a caso ne compone oltre il 90%). Si dovrà però aspettare la prossima settimana per il vero boom delle due Igp trevigiane, che doneranno così una maggiore disponibilità di prodotto e, di pari passo, un prezzo equilibrato ed interessante per tutte le realtà del mercato. Anche il tradizionale menù di Pasqua, complice anche la festività “bassa”, si è dovuto in molti casi limitare nell'utilizzo del prodotto, perlopiù coltivato in serra. Ma forse è meglio così, d'altronde - come analizza Walter Feltrin, presidente di Coldiretti Treviso - «è solo questione di pazienza». Perché se non ci saranno imprevisti, sotto più aspetti, sia per il bianco di Cimadolmo che per il bianco e verde di Badoere andrà significativamente meglio rispetto alla scorsa stagione, quando le precipitazioni erano mancate, con il fenomeno della siccità a gravare anche sulle dimensioni del prodotto.
Non a caso i numeri - anche rispetto all’annata 2016 - avevano toccato delle quote buone, in crescita grazie all’aumento delle superfici coltivate, ma di fatto sotto le aspettative iniziali. Così, del centinaio di ettari abilitati alla certificazione per le due Igp trevigiane, a Badoere ne sono stati utilizzati circa 70 – con la raccolta di oltre 500 quintali di torrioni certificati su ben 6 mila quintali totali, mentre a Cimadolmo si è toccata quota 200 quintali, di cui 70 marchiati Igp. Una differenza di numeri importante quella del 2017 tra Badoere e Cimadolmo, dettato però non solo dal fatto che Badoere certifica sia bianco che verde, ma da scelte di carattere commerciale, che hanno mantenuto il freno a mano tirato sulla produzione.
Quest’anno, però, sarà un’altra storia. «La stagione, vista la primavera anomala, è in ritardo e sarà probabilmente più breve» spiega Flavio Peterle, presidente del Consorzio di Cimadolmo, «ma con ogni probabilità sarà più intensa e darà quantitativi maggiori. Il prodotto si manterrà buono e, grazie all’acqua, sarà meno fibroso regalando un gusto ottimo. È interessante comunque vedere come di stagione in stagione l’interesse per l’asparago aumenti, a volte forse a scapito del prosecco». Valutazioni simili anche più a sud della provincia, con Aronne Basso, neo-presidente del Consorzio di Badoere: «Siamo davvero fiduciosi per questa nuova stagione, anche perché la richiesta di prodotto certificato sta aumentando, penso alle richieste della grande distribuzione ma non solo» analizza Basso, «il boom sarà tra il 15 ed il 18 aprile e dai sentori la qualità sarà eccezionale».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori