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Delitto di Cison: il riesame conferma il carcere per Papa

Cison . Sergio Papa, il trentacinquenne di Refrontolo accusato del duplice omicidio dei coniugi Nicolasi lo scorso primo marzo, resta in carcere a Santa Bona.

Giorgio Barbieri
1 minuto di lettura

CISON. Sergio Papa, il trentacinquenne di Refrontolo accusato del duplice omicidio dei coniugi Nicolasi lo scorso primo marzo, resta in carcere a Santa Bona. L’ha stabilito ieri pomeriggio il Tribunale del Riesame che ha rigettato la sua richiesta di modifica della misura di custodia cautelare. All’udienza ha partecipato anche il sostituto procuratore che coordina le indagini, Davide Romanelli.

Alessandra Nava, l’avvocato che da pochi giorni ha assunto la difesa di Sergio Papa, spiega che comunque l’inchiesta non ha percorso tutte le piste possibili e che, già nelle prossime ore, avvierà delle indagini difensive per fare luce su alcuni aspetti che reputa decisivi per scagionare il suo assistito. «Non bisogna assolutamente confondere quello che è accaduto il giorno prima, la presunta discussione tra Papa e i coniugi, con quello che è accaduto il giorno del delitto», spiega l’avvocato Nava, «Il mio assistito è convinto di poter dimostrare la sua innocenza nel corso del processo». «Non li ho uccisi io, non ci sto a passare per capro espiatorio», continua infatti a ripetere il 35enne di Refrontolo.

Ora si dovranno attendere le motivazioni con le quali i giudici del Riesame hanno deciso di tenere in carcere Sergio Papa. Il trentacinquenne era stato notato, la sera prima dell’omicidio di Rolle, in un bar di Rua di Feletto, a pochi chilometri di distanza. Fin dal giorno del fermo, sabato 10 marzo, ha sempre negato con fermezza il proprio coinvolgimento, asserendo di essere stato ospitato, quella notte, da una persona in grado di testimoniarlo. Si era creduto si riferisse ai genitori di Refrontolo, in realtà quella notte si sarebbe riposato altrove.

Rimane da verificare anche il modo in cui Sergio Papa sarebbe arrivato a Rolle: a piedi, accompagnato da qualcuno, con una delle auto dei genitori (setacciate dal Ris), oppure con un’automobile rubata a San Pietro di Feletto e ritrovata bruciata a Col San Martino poche ore dopo il duplice delitto. Gli investigatori si dicono convinti della bontà delle scelte prese finora. «Un super testimone che riferisse di aver ospitato Papa la notte prima del delitto non sarebbe incompatibile con la nostra ricostruzione» aveva del resto spiegato uno degli investigatori che stanno seguendo il caso, «lo stesso Sergio Papa ha raccontato di aver raggiunto i Nicolasi la mattina precedente tra le ore 7 e le ore 8, la stessa ora in cui l’indomani si sarebbe stato commesso il delitto. Potrebbe aver dormito in un luogo qualsiasi - e ancora non sappiamo dove lo abbia fatto - e aver raggiunto l’abitazione dei Nicolasi in via Marzolle, a Rolle di Cison, appena sveglio».

 

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