PIEVE DI SOLIGO. Il voto pro Tlc approvato dalla maggioranza dei soci di Ascoholding (il 58,4%) è solo il primo passo della delibera di fusione chiesta dalla riforma Madia per rispettare le norme sulla partecipate, ma l’assemblea dell’altra sera lascia già sul campo tossine e scintille. Se a fronteggiare in sala il presidente del cda era stato Ruggero Feltrin, il giorno dopo è Marco Della Pietra, sindaco di Spresiano e capofila del fronte pro fusione inversa in Ascopiave, caldeggiata anche dai privati di Plavisgas, a sparare sull’assemblea di Pieve.
«Nel mio intervento ho usato il termine “poco elegante” per la gestione del presidente, ma a mente fredda devo dire che è stata quasi offensiva nei confronti dei soci di minoranza», dichiara Della Pietra, «anche nella vittoria, se proprio vogliamo dir così perché non c’è ancora il verdetto dei giudici, si dovrebbe essere signori. A Piave non è successo l’altra sera, proprio no. Ma forse il cattivo sono io, che ho il rotto di voler difendere e tutelare i miei cittadini valorizzando il loro patrimonio, cioè le azioni».
Della Pietra si toglie altri sassolini: «Mai come l’altra sera è emersa la mancata fase di vero confronto tra noi sindaci, che doveva avvenire molto tempo fa», aggiunge, «vedo tanti riempirsi la bocca di territorialità, di difesa del bene pubblico, ma si è andati a fondo delle questioni? No, ed è grave demerito di presidente e cda di non aver coinvolto i comuni, se non in questi ultimi giorni, e di aver fomentato le spaccature anziché mediare e placare gli animi. Gestione incommentabile, per mesi siamo stati fermi, immobili. Chiedo alla maggioranza: non fa riflettere che oltre il 40% abbia votato contro?».
Dal fronte di Plavisgas, i soci privati in guerra giudiziaria totale (dal Tar ai tribunali civili alla Procura) con i comuni che hanno votato per la fusione in Tlc, ritenuta «illegittima», parla Massimo Malvestio, socio della cordata guidata dall’ad Oscar Marchetto: «Premesso che questo è un mero atto di indirizzo, e non la fusione, rispettiamo sempre la maggioranza, ma per noi non cambia assolutamente nulla», esordisce Malvestio, «la nostra battaglia da sempre è stata davanti ai giudici, non certo in assemblea. E ricordo sempre l’importanza della partita, avendo impugnato la nostra società le delibere di oltre il 50% dei comuni. Per noi ci sono le spese legali, per i comuni ne delle loro azioni». Nel merito, comunque, Malvestio è fermissimo: «Restiamo sempre più convinti della nostra tesi, e dell’illegittimità della fusione in Tlc .Il cda, dopo aver incassato il mandato, sta ora proseguendo nella definizione del progetto di riassetto societario. Come era emerso già alla vigilia dell’assemblea, Tlc sarà divisa in due: da una parte la rete, con il 20% (ed è su questo spezzone che si fonderà Ascoholding), dall’altro i restanti servizi, compresa la vendita che la stessa Madia non contempla.
Andrea Passerini