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«Botte a mio figlio», a Treviso padre querela il professore

Treviso. A Paese controdenuncia nei confronti dell’insegnante delle Casteller: «Da quel giorno il nostro ragazzo ha gli incubi»

di Marco Filippi
1 minuto di lettura

PAESE. Non un semplice invito ad uscire dalla classe per la ricreazione, come previsto dal regolamento, ma quattro o cinque energiche spinte sulla schiena del ragazzo, quando nessuno poteva vederlo. Così i genitori dello studente delle medie Casteller di Paese passano al contrattacco del professor Giuseppe Falsone depositando in procura, attraverso il loro legale, l’avvocato Andrea Zambon, una querela con la quale chiedono agli organi competenti di individuare eventuali reati ravvisabili nel dettagliato esposto depositato nelle scorse ore.

La vicenda è quella arcinota ma per riassumerla bisogna fare un passo indietro. Il caso scoppia nei giorni immediatamente prima delle vacanze natalizie del 2017 quando la famiglia, in particolare, il padre di un ragazzo che frequenta le medie Casteller durante un acceso incontro con il professor Falsone gli rifila uno o forse due ceffoni per aver malamente spinto, a suo dire, il figlio, un paio di giorni prima, dopo essersi rifiutato di lasciare l’aula per la ricreazione, come prevede il regolamento delle Casteller.

Il caso rimbalza successivamente nei media nazionali quando l’insegnante esce allo scoperto con uno sfogo pubblico nel quale rende noto di essere al centro di un procedimento disciplinare della scuola: «Sono rimasto esterrefatto. Invece di prendere provvedimenti contro gli autori dell’aggressione - si sfoga Falsone -, la scuola avvia un provvedimento contro il proprio docente vittima dell’aggressione. E dato che come insegnante credo nel valore educativo della scuola questa vicenda mi ha fatto ancora più male». Da qui la sua decisione di scrivere al ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli.

Al professore arriva la solidarietà da politici e colleghi e Falsone presenta ai carabinieri anche una querela contro il genitore che l’ha aggredito.

Nelle ultime ore, a loro volta, i genitori hanno presentato una contro-querela nei confronti dell’insegnante nella quale si espone la versione dei fatti del figlio che s’era rifiutato di uscire dalla classe per la ricreazione. «Conto fino a quattro e poi devi uscire», gli avrebbe detto l’insegnante, secondo quanto denunciato dai genitori che sottolineano come, dopo aver svoltato un angolo della scuola, quando non c’erano testimoni, Falsone gli avrebbe dato alcune forti spinte sulla schiena per accelerarne l’uscita. I genitori nella denuncia sostengono di aver più volte cercato un confronto con Falsone per chiarire l’accaduto senza mai ricevere risposta, almeno fino all’incontro che ha innescato il caso.

Nella denuncia-querela, i genitori chiedono di procedere contro l’insegnante per i reati ravvisabili nella querela, sottolineando che da allora il figlio spesso si sveglia di notte in preda agli incubi e alle paure.

 

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