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Crac Sira di Vedelago, buco da 12 milioni di euro

Vedelago. L’accusa all’ex titolare: “spariti” beni e liquidità e distrutti server e documentazione contabile degli ultimi due anni

di Marco Filippi
1 minuto di lettura

VEDELAGO. Seicentomila euro di liquidità e beni di magazzino distratti dall’azienda, esposizione ai creditori per oltre 12 milioni di euro, imposte non pagate per una cifra vicina ai 3 milioni e mezzo. Sono questi i numeri del crac Sira che ha portato, all’alba di lunedì, i militari della guardia di Finanza a notificare all’ex amministratrice della nota azienda di abbigliamento di Fossalunga di Vedelago, Carmen Favero, la misura cautelare degli arresti domiciliari disposti dal gip Piera De Stefani su richiesta del pm Massimo De Bortoli.

Gli investigatori delle Fiamme Gialle imputano all’ex amministratrice di Sira di aver ritardato, di fronte ad una profonda crisi finanziaria, la richiesta di fallimento e di aver così peggiorato irreversibilmente la situazione cedendo il ramo d’azienda, senza corrispettivo, ad un’altra società, l’Alabama srl, appositamente costituita ed a lei stessa riconducibile.

«Anche attraverso questo nuovo soggetto economico - spiegano le Fiamme Gialle del comando provinciale di Treviso - l’imprenditrice continuava ad adottare analoghe condotte illecite. Una volta resasi conto che il fallimento era ormai inevitabile, la donna ha persino distrutto ed occultato la contabilità dell’ultimo biennio e danneggiato irreparabilmente il server aziendale, nel tentativo di impedire la ricostruzione degli affari sociali e del patrimonio».

Secondo quanto s’è appreso Alabama srl (fallita nei giorni scorsi) avrebbe ricevuto da Sira, fallita nel dicembre 2016, più di 80.000 euro di merce sottostimata e mai tra l’altro pagata. Sempre tra le accuse che la procura rivolge all’imprenditrice di Fossalunga c’è appunto il fatto di aver distrutto la documentazione contabile ed aver nascosto ed infettato con un virus selettivo il computer aziendale in modo da impedire la ricostruzione del dissesto e la movimentazione di denaro.

«Le Fiamme Gialle - precisano i finanzieri - hanno fornito alla procura, con minuziosi e accurati esami testimoniali e documentali, un quadro indiziario a supporto della misura restrittiva degli arresti domiciliari, pienamente condiviso dal gip che lo ha definito “grave ed univoco”».

Nel frattempo, l’imprenditrice è comparsa ieri mattina in tribunale per presenziare all’interrogatorio di garanzia davanti al gip De Stefani. Un’udienza nel corso della quale Carmen Favero, assistita dai suoi legali, ha risposto a tutte le domande. Il gip, al termine dell’udienza, s’è riservato di decidere se revocare, mantenere o attenuare la misura degli arresti domiciliari.


 

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