Unipol-Sai, radiati due assicuratori di Mogliano
Premi distratti e denunce. Duro provvedimento dell’Istituto per la vigilanza contro gli agenti dell’ex ufficio di Mogliano
Matteo Marcon
MOGLIANO. Premi assicurativi per 321mila euro distratti dai normali flussi di cassa, una polizza vita (con firma di ignara cliente) che viene riscossa dalla moglie di uno dei soci per 78mila euro: scavando nelle carte della storica agenzia “Unipol-Sai” lungo il Terraglio gli ispettori hanno trovato numerose irregolarità. Per questo Carmine De Cleva e Mirko Lombardo, ex mandatari del gruppo bolognese nella piazza di Mogliano Veneto, hanno subito pesanti sanzioni da parte dell’Ivass, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni.
Ai due soci è già stato comminato un provvedimento disciplinare: sono stati radiati dal registro degli intermediari di assicurazione. A carico dell’agenzia, in liquidazione, è stata anche stabilita una sanzione di 66 mila euro, per mancato rispetto dell’obbligo di separazione patrimoniale (in 2 occasioni) e delle regole di diligenza, correttezza, trasparenza nei confronti degli assicurati (in 8 occasioni).
La vicenda dell’agenzia “furbetta” moglianese è finita non solo sotto la lente dell’Ivass, ma anche del tribunale di Treviso, del tribunale amministrativo del Lazio e in sede civile a Bologna. Il caso scoppia nel 2015: a fine aprile viene notificata da parte del gruppo assicurativo la revoca dei mandati all’agenzia. L’episodio è conseguenza delle irregolarità riscontrate in una precedente ispezione da parte di Unipolsai, che, un mese dopo, sporge querela alla procura della repubblica.
Mentre la giustizia ordinaria fa il suo corso, si attivano anche i procedimenti disciplinari dell’Ivass che porteranno, un anno dopo, nel giugno del 2016 alla radiazione di entrambi i soci. Le irregolarità emerse sono molteplici: si va dall’omessa comunicazione di incasso dei premi e di specifiche polizze (3 polizze ciascuna con premio di euro 105 mila euro e 4 polizze ciascuna con premio di euro 1.500 euro). Ciò non bastasse è stata riscontrata dagli ispettori anche la cessione di una polizza da 79mila euro in favore della moglie di uno dei soci (De Cleva) con disconoscimento di firma da parte dell’assicurata cedente.
Il tenore di vita di Carmine De Cleva all’epoca non passava inosservato ai colleghi della piazza moglianese: la notizia della chiusura dell’agenzia al civico 23 di via Marconi non ha destato particolari sorprese. Proprio all’inizio del 2015 (poco prima della bufera) i due si separano. Mirko Lombardo a febbraio recede dalla posizione di socio: «Il mio assistito» spiega il legale Nicola Tella «è totalmente estraneo alla vicenda, si sta difendendo in tutte le sedi giudiziali e continuerà a farlo». Lombardo ha impugnato il provvedimento disciplinare dell’Ivass di fronte al Tar del Lazio, è di pochi giorni fa la sentenza che respinge il suo ricorso: «C’è margine per impugnare questa pronuncia al consiglio di stato» precisa Tella «riteniamo la sentenza assolutamente discutibile dal punto di vista giuridico».
L’ex socio Carmine De Cleva si avvale della difesa di un altro legale, l’avvocato Andrea Righi di Mestre: «Allo stato attuale» precisa «non c’è alcuna sentenza che condanni il signor De Cleva al pagamento di somme, né ci risultano assicurati che lamentino danni, mancati pagamenti o che vantino crediti. De Cleva non ha ricevuto alcune le provvigioni di fine rapporto, l’indennità polizza agenti, l’indennità di soluzione del rapporto che sono state trattenute da Unipol e questo ha generato dei contenziosi». Il professionista, vive a Salzano, attualmente non esercita più il ruolo di agente.
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