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Stalking sull’ex amante tornata dal marito, arrestato a Cornuda

Cornuda, i carabinieri hanno arrestato un uomo che non aveva accettato di essere stato lasciato

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CORNUDA. Non aveva accettato la fine della relazione e per questo ha continuato a cercare, e a perseguitare, la sua ex amante che, nel frattempo, era tornata a casa riaccolta dal marito. Un quarantenne è stato arrestato lunedì a Cornuda dai carabinieri dopo che la donna aveva segnalato una nuovo tentativo di avvicinamento. Da quanto sta emergendo, pare proprio che il quarantenne non avesse accettato il rientro della donna a casa dal marito. E per questo da un po’ di tempo si faceva trovare dappertutto, al bar, sotto casa. Per questo la donna ha deciso di chiedere l’aiuto dei carabinieri che l’hanno arrestato.

I fatti proseguivano ormai da mesi. In precedenza la donna infatti aveva instaurato una relazione con un altro uomo. Successivamente si era evidentemente chiarita con il marito tanto da ritornare sui suoi passi e tornare a casa. A quel punto però si è accesa la gelosia dell’ex che ha iniziato a chiamarla e a chiederle incontri chiarificatori. Tutti fatti che la donna deve aver interpretato come molestie tanto da convincerla a chiedere l’aiuto delle forze dell’ordine. E i carabinieri l’hanno arrestato.

Dopo quanto accaduto alla povera Sofiya il livello di attenzione si è infatti molto alzata. A distanza di 50 giorni dal ritrovamento in un dirupo all’altezza del terzo tornante della strada che porta a Cima Grappa la donna non ha ancora trovato sepoltura. Il suo corpo, recuperato martoriato nella scarpata, è ancora all’obitorio del Ca’ Foncello di Treviso, dove era stato portato la vigilia dello scorso Natale dopo il ritrovamento da parte di un paio di cacciatori di Romano d’Ezzelino.

L’autorità giudiziaria non ha ancora rilasciato il nulla osta per i funerali. Nel dubbio che servano ulteriori accertamenti, la salma rimane a disposizione della Procura della Repubblica di Treviso. E l’ex compagno della madre, Antonio Zamattia, che la considerava una figlia, lancia un appello: «Fateci dare sepoltura alla nostra Sofiya. Che il suo corpo trovi pace e noi un luogo in cui ricordarla e dedicarle una preghiera». Che si tratti del corpo di Sofiya Melnyk non ci sono dubbi: la prova del Dna ha confermato che è proprio l’ucraina morta ammazzata.
 

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