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Sicurezza e decoro dividono la piazza

I commercianti: «Più che delinquenza, ragazzi maleducati» C’è chi assicura: «Risolveremo i problemi parlando con loro»

di Andrea De Polo
2 minuti di lettura

Alle 10 di sabato mattina, piazza Santa Maria dei Battuti è... una piazza. Le coppie a passeggio, le mamme con i bambini per mano, i residenti a fare colazione al bar. Dal pomeriggio - succede tutti i pomeriggi, assicurano residenti e titolari di attività - piazza Santa Maria dei Battuti è una pista di skateboard, un velodromo improvvisato per biciclette, un ring, a volte. Di “criminalità” vera e propria, tra i baristi e i commercianti, non parla nessuno, di gruppetti di ragazzi (molto) maleducati, invece, sì. Danno fastidio, secondo qualcuno allontanano anche i clienti. Capita che si vada sopra le righe, allora volano le botte. «Quando finisce la scuola il mondo si rovescia, e la piazza diventa il regno dei ragazzini» spiegano dall’Hosteria Luana, e il centro del mondo capovolto, indicano i titolari Nazareno Lorenzon e Luana, è il distributore automatico di snack e bevande in piazza, aperto 24 ore su 24. Sarebbe a causa sua che di notte le “bande” di ragazzi si accalcano fuori dai negozi: «E sporcano, quando esagerano si picchiano, sono volgari e maleducati. Una volta se ci si comportava così a casa c’erano le “savate” dei genitori, adesso è tutto giustificato, se facciamo notare qualcosa ci minacciano. In una riunione con Ascom ci hanno spiegato che dobbiamo vigilare sui nostri clienti. Benissimo, ma se qui i giovani arrivano per il distributore automatico, chi li controlla?».

Non è solo un discorso di educazione. Ne va degli affari: «Io ho deciso che chiuderò, non ne posso più» si sfoga Patrizia Cinquemani, panificio Pane e Fantasia. È sabato mattina e c’è la coda di clienti, perché chiudere? «Perché il pomeriggio questo diventa il regno delle bande, che importunano i clienti e vanno addosso alle persone in bicicletta. Paghiamo mille euro al mese di affitto in cambio di un luogo che al di fuori dell’orario scolastico allontana i clienti. E sì, la colpa è anche di quel distributore». Dentro “quel” distributore c’è il titolare della Automat, la ditta responsabile. Si chiama Giuseppe Franchini ed è stufo di essere indicato come la causa di tutti i mali dei Battuti: «Io dico che la colpa non è del distributore di bibite. Questa era una strada fino a sette mesi fa, ora è una piazza: e la piazza chiama gente. Non ci sono baby gang, quelle le trovate in stazione a Milano, qui ci sono gruppi di ragazzi poco educati, con i quali bisogna sapersi porre. A volte basta parlare. Invece qualcuno, tra i miei colleghi, ha scelto la linea dura ed è arrivato allo scontro».

Non è il caso di Maurizio Carrer, titolare della Pelletteria Kenthia, che ci ha messo un po’, ma ora con i ragazzini ha imparato a convivere: «Di questo problema in piazza si parla, allora ho chiesto ai miei amici: ma voi, da giovani, cosa facevate? Ecco, i tempi sono cambiati, ascoltano meno l’autorità, ma è solo maleducazione. Le racconto una cosa: quando sono qui fuori, in gruppo, sono volgari. Quando entrano salutano, chiudono la porta, si comportano meglio di tanti adulti». I vigili - ma anche i carabinieri e la finanza - presidiano la piazza ogni giorno. La sintesi perfetta dei “mal di pancia” ai Battuti allora è quella di Gianmaria Springolo, bar La Piazzetta: «Non dimentichiamo che con qualcuno di quei ragazzini ci lavoriamo. Il malessere è dato da un insieme di fattori: loro maleducati, il Comune che all’inizio non presidiava l’area, i rifiuti che si accumulano. Ma quello che conta è l’approccio, anche da parte nostra: la convivenza è possibile, eccome». All’ingresso della piazza c’è uno dei posti di ritrovo dei ragazzi: i toast di Gaetano Chiarenza che conferma come «qui baby gang non ce ne sono, soltanto ragazzi delle scuole, e gli eccessi sono all’ordine del giorno ovunque. Il motivo? Le serie televisive e sul web sono pregne di violenza». L’altro “confine” dell’area calda è il Dersut in Quartiere Latino: «Qui da noi non ci sono problemi» spiega Matteo Bittolo, titolare, «abbiamo soprattutto gli universitari, si comportano bene e sono gentili. Un paradiso, rispetto al resto dell’area».

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