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Minacce e intimidazioni all’ecocentro di Villorba

Villorba, auto circondata da un gruppo di stranieri di fronte all’ingresso. Zanata: «Dietro alla manovalanza c’è altro»

Alessandro Bozzi Valenti
1 minuto di lettura

VILLORBA. Solo l'arrivo delle forze dell'ordine ha fatto sì che dalle spinte e dai toni accesi non si passasse alla violenza vera e propria. Pomeriggio di tensione quello di ieri all'ecocentro di via Fratelli Cervi a Villorba. Un 28enne trevigiano, tecnico informatico in un'azienda del posto, si è visto infatti accerchiare l'auto da 5 uomini di colore, con i quali, nel giro di poco, è quasi arrivato alle mani. La comparsa di una pattuglia dei carabinieri ha scongiurato il peggio, facendo dileguare quasi tutti i soggetti.

Di fatto un assedio vero e proprio, organizzato, come già troppe volte avviene in altre realtà di raccolta rifiuti della Marca. Il tutto di fronte alla paura degli utenti, donne in particolare, e all'impotenza degli operatori. «All'orario di apertura ero normalmente in coda per accedere all'ecocentro quando mi sono visto accerchiare l'auto da 5 individui» spiega il giovane, «dovevo conferire del materiale elettronico, lo portavo nei sedili posteriori. Hanno insistito sempre di più perché glielo lasciassi e quando ho chiuso internamente le portiere dell'auto sono andati in escandescenza. Uno di loro ha spinto l'auto con forza, facendola sobbalzare, un altro ha calciato una delle ruote ed un altro ancora ha calciato il paraurti posteriore, che poi ho notato essere danneggiato».

Il giovane poi è sceso dall'auto per chiedere spiegazioni: «Subito un altro utente mi è venuto in soccorso, urlando loro di allontanarsi e nel giro di poco è arrivata una pattuglia dei carabinieri, allertata da altri utenti. Si sono dileguati, sparpagliandosi in più direzioni e lasciando a terra quella che si può chiamare refurtiva». Un ferro da stiro, una valigia, vestiti, una cornice ed addirittura un televisore a schermo piatto. Questo quanto seminato dal gruppetto, con ogni probabilità una vera e propria banda. «La scena è stata surreale» prosegue l'utente, «in totale erano almeno 11. Tutti con dei compiti precisi: chi all'ingresso, chi a fare da moviere alle auto, chi vicino allo spazio dedicato al materiale elettrico, notoriamente il più appetibile. Dietro sono convinto ci sia il racket, intanto chiederò a Contarina i danni per i danneggiamenti all'auto».

E quanto avvenuto ieri a Villorba, sotto forme più o meno gravi, sembra essere all'ordine del giorno. Anche Contarina ne è a conoscenza. «La volontà è quella di intervenire in maniera pesante, tutto ciò è inaccettabile e intollerabile» spiega Franco Zanata, presidente di Contarina, «la nostra vigilanza privata ovviamente fatica ad arrivare dappertutto. Sono anch'io convinto che dietro alla manovalanza ci sia altro, è per questo che serve agire in modo mirato».

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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