Val Menera, come in Siberia: -25 gradi
In Cansiglio cervi in difficoltà di approvvigionamento, problemi con l’acqua per gli allevamenti
di Francesco Dal Mas
VITTORIO VENETO. Il Cansiglio come la Siberia. Meno 20 ieri mattina, alle 8, sulla Piana. Meno 25 in Val Menera, dove l’allevatore Alex Gava di Godega Sant’Urbano ha un gregge ed un agriturismo. Meno 7 gradi ieri alle 15 vicino alla sede di Veneto Agricoltura. In questi giorni, insomma, il termometro non si decide a risalire verso i valori positivi. Fa così freddo che di notte non si riesce nemmeno a fabbricare la neve, per incrementare la copertura della pista San Marco, oggi ferma a 15 centimetri. La trattoria da Grillo, poco sopra Fregona, lungo la strada che sale in Cansiglio, ha una bottiglia di spumante come richiamo all’incrocio. La notte scorsa è esplosa dal gelo.
I cervi sono quasi tutti scappati, perché non trovano di che alimentarsi, a causa delle prime nevi, e soprattutto rischiano di congelare. I pochi rimasti penetrano nei pascoli, ovviamente ghiacciati, brucando i pochi cespugli d’erba che escono dalla coltre bianca. Resistono i daini, concentrati in Val Menera.
«Al mattino sanno che trovano un po’ di fieno nella mangiatoia delle pecore che porto all’esterno, quando il sole tenta di riscaldare – racconta Gava -. Condividono quel che trovano con i nostri ovini». In stalla Alex ha pecore e capre, alcune mucche, negli stavoli dei polli per l’agriturismo.
«Mia madre viene a spesso cambiare l’acqua, portandone di calda, per il rischio congelamento». In stalla arrivano le tubazioni, ovviamente riscaldate, perché se matura il congelamento non c’è fiamma ossidrica che possa scioglierlo. In casa le condotte sono tutte riscaldate.
«E’ una spesa tripla, forse quadrupla, quella del riscaldamento quassù rispetto a Godega" ci dice Alex. Ieri mattina, munito di sci e di ciaspe, Michele Bastanzetti, consigliere di qaurtuere di Ceneda, ha provato ad attraversare la piana. «Non ce l’ho fatta, è a rischio caduta, perché alle 8 la neve è una lastra di ghiaccio». Nei diversi tentativi effettuati, però. Bastanzetti ha trovato che solo Malga Filippon ha i recinti aperti.
Altri suoi colleghi li tengono chiusi, nonostante siano attraversati da piste di fondo. «Sarebbe sufficiente un’altra nevicata per rendere la Piana puntualmente sciabile» afferma Bastanzetti.
Numerosi i fotografi saliti ieri sull’altopiano alla caccia dei più suggestivi cristalli di ghiaccio.
«E’ un nuovo interesse per l’ambiente – ammette Toio De Savorgnani, di Mountain Wilderness -. Ci sono capolavori unici che il gelo realizza lungo le staccionate, sugli alberi, sulle stesse rocce. Opere d’arte che con il movimento del sole continuano a cambiare colorazione».
Il Cansiglio, insomma, non finisce mai di stupire per la sua bellezza. La media delle temperature, nelle ultime settimane, si è mantenuta sui 18 gradi sotto lo zero.
Soltanto dopo la nevicata di sabato scorso è scesa ancora più in passo. E tra Sant’Osvaldo, la località al centro della Piana, e la Val Menera, a 5 minuti d’auto, l’escursione è in media di 4-5 gradi. Non basta il piumino per uscire di casa. «C’è chi in questi giorni utilizza il doppio piumino», fa sapere Paolo Casagrande, presidente del sindacato Anpa, che assiste quasi tutti gli allevatori.
«Vivere e lavorare in Cansiglio è come farlo negli angoli più remoti della Siberia, ma proprio per questo – sottolinea – il presidio che questi amici esercitano è provvidenziale. In loro assenza questa diventerebbe una wilderness».
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