Il maltempo a Treviso: grandine sull’uva, danni per un milione
I costi del maltempo a Treviso. Perdite fino all’80 per cento della produzione tra Cison e Refrontolo, Coldiretti chiede di ritoccare le quotazioni
di Andrea De Polo
TREVISO. La batosta di sabato, con la violenta grandinata di metà pomeriggio, costerà oltre un milione di euro a una settantina di produttori della Docg Prosecco, che in alcuni casi hanno perso fino all’80 per cento della loro produzione di uva. I tecnici del Consorzio di Tutela, usciti in vigneto, hanno riscontrato una situazione peggiore rispetto alle prime aspettative. I chicchi hanno distrutto buona parte dei grappoli del “canalone” che attraversa Solighetto, Refrontolo, Rolle di Cison (la località più colpita). E ora Coldiretti, con il presidente provinciale Walter Feltrin, vista l’annata sfortunata chiede di aumentare la quotazione delle uve della vendemmia 2017.
Grandine da un milione. Avepa, l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, ha abbassato da 135 a 90 quintali per ettaro la resa nelle zone colpite dal maltempo. Con l’uva pagata fino a 1,60 euro al chilo (si tratta di zone pregiate, perché collinare e impossibili da lavorare con i mezzi meccanici) è una perdita di oltre 7 mila euro per ettaro, cifra che spalmata sui 150 ettari “massacrati” dai chicchi sfonda abbondantemente il tetto del milione di euro. È una media, chiaramente: c’è chi ha perso molto di più di quei (potenziali) 135 quintali (ci sono appezzamenti, in zona Rolle, che non supereranno i 30), ma di fatto le 70 aziende centrate dalla grandine perderanno, mediamente, dai 14 ai 16 mila euro a testa. Cifre coperte, in molti casi, dall’assicurazione, ma come spiega un viticoltore, «la delusione morale è fortissima per aver lavorato un anno per niente, e poi grandinate così forti rischiano di compromettere anche la produzione dell’anno prossimo».
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Vendemmia anticipata. Le impressionanti foto di sabato pomeriggio, con i vigneti imbiancati, lasciavano presagire danni ingenti, confermati dal Consorzio di Tutela: «Le perdite subite dai vari viticoltori vanno dal 30 all’80 per cento della produzione» spiega il presidente Innocente Nardi, «si tratta di una “batosta” che fa sicuramente male a chi l’ha subita, ma che non intacca il potenziale della denominazione, in quanto ha colpito 150 dei nostri 7.500 ettari, ai quali vanno sommati oltre 50 ettari di nuovi impianti che sono entrati in produzione quest’anno. In generale, perderemo soltanto qualche punto percentuale di prodotto», perdita compensata tuttavia dallo sblocco di una riserva vendemmiale pari al 20 per cento del raccolto 2016. Per chi è stato centrato dalla perturbazione, due possibilità: «Se il danno è rilevante conviene vendemmiare in fretta ciò che rimane. Se il vigneto è protetto dai boschi o riparato, vale la pena provare un trattamento a base di zolfo ventilato che aiuta a cicatrizzare le ferite degli acini».
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Doc graziata. La grandine sabato è caduta anche in zona Ponte di Piave, e a Sud di Treviso, ma con chicchi più sottili (sufficienti comunque per imbiancare anche alcuni appezzamenti di pianura) e quindi con danni poco significativi. «Qualcosa c’è stato, ma niente di paragonabile a Rolle, e lo dico in segno di massimo rispetto verso chi, nella Docg, ha subito danni davvero importanti», spiega il presidente del Consorzio Prosecco Doc, Stefano Zanette, «speriamo sia stato l’ultimo episodio di un’annata complicata, ora il tempo sembra più stabile, ma la nostra è un’impresa a cielo aperto, incrociamo le dita».
«Pagare di più l’uva». Già sabato sera Coldiretti Treviso aveva parlato di «fine settimana nero». Ora il presidente Walter Feltrin chiede, a fronte degli ingenti danni certificati dal Consorzio di Tutela, che le quotazioni dell’uva siano riviste verso l’alto: «Il prodotto dev’essere valorizzato. Quest’anno abbiamo superato le brinate in primavera, la siccità in estate e la grandine adesso. L’uva che è rimasta è di ottima qualità, e va pagata di più. Anche perché la domanda sui mercati continua a crescere, se riduco l’offerta il mercato mi dice che il costo deve aumentare». Dopo ogni sferzata del maltempo il Prosecco si prende tutte le attenzioni, ma ci sono centinaia di altri produttori trevigiani di frutta e ortaggi che per colpa delle bizzarrie climatiche subiranno perdite economiche significative: «La richiesta di rivedere le quotazioni infatti vale anche per tutti i prodotti orticoli, che hanno sofferto l’annata particolare», conclude Feltrin, «almeno si rispettino i costi di produzione. Siamo gli unici a lavorare spesso sotto costo, senza chiudere l’attività e lasciare a casa gli operai. È il momento di riconoscere questi sforzi».
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