TREVISO. Altro che consorzio unico: alla fiera enologica più importante del mondo il Prosecco ci arriva, ancora una volta, separato. Diviso in tre. Oggi a Düsseldorf inizia Prowein, fino a martedì, e all'interno dei padiglioni dell'esibizione tedesca gli addetti ai lavori si troveranno davanti tre stand diversi, separati fisicamente, per Prosecco Doc, Docg Conegliano Valdobbiadene, Docg Asolo. Soluzione condivisa dai presidenti dei tre consorzi di tutela, con lo scopo di «esaltare le differenze» tra una denominazione e l'altra, contestata invece da alcuni produttori, tra cui il "pasionario" Gianluca Bisol, che spesso sono produttori sia di un Prosecco che dell'altro, e per i quali andare in fiera con tre stand diversi non farà che mandare in confusione i consumatori.
In fondo, la Doc e le due Docg avevano già fatto le prove di fusione con "Sistema Prosecco", l'ente (unico per tutti) che tutela il marchio contro le imitazioni. L'idea di allargare le collaborazioni è rimasta però sulla carta. «Sbagliato, un'occasione persa, andare in fiera con tre stand diversi non farà bene a nessuno ma genererà confusione», assicura Gianluca Bisol, produttore Doc e Docg Conegliano Valdobbiadene, «è la fiera più importante del mondo e avrei fatto un unico stand, con la possibilità di spiegare al suo interno le differenze tra una zona produttiva e l'altra. Il nome è unico, il territorio è unico, anche se con all'interno varie tipicità». In realtà i presidenti dei tre consorzi temono che presentarsi come unico ente appiattisca le differenze fra le tre realtà, con risultati negativi per il mercato (soprattutto quello delle due Docg): «In un palcoscenico mondiale come questo, l’obiettivo è far capire che dentro la parola Prosecco c’è una grande varietà di storia, cultura, tradizione e metodi produttivi», spiega Innocente Nardi, presidente del Conegliano Valdobbiadene, «nella logica della comunicazione su larga scala, ci presentiamo separati per arricchire il valore delle varie articolazioni di prodotto». E anche dalle parti di Asolo, e del consorzio di Armando Serena, nel recente passato si sono sentite dichiarazioni molto simili. Stessa logica con cui, nei prossimi giorni, il consorzio della Doc inaugurerà ad Amburgo la “Casa del Prosecco Doc”, ufficio di rappresentanza specifico, appunto, per quella fetta (la più consistente per superficie e volumi) di denominazione: «L’obiettivo è infatti quello di promuovere “sul campo” il Prosecco Doc, garantendo a operatori e consumatori informazioni in lingua puntuali e aggiornate rivolgendosi direttamente agli uffici e partecipando alle attività di informazione, promozione e formazione che verranno avviate» spiega il presidente della Doc, Stefano Zanette, che già aveva inaugurato un presidio simile a Xi’an, in Cina.
Al netto delle divisioni, saranno una sessantina le aziende presenti, divise equamente fra le tre aree produttive. I “big” della spumantistica ci saranno tutti, da Spagnol a Valdo, da Vigne Matte a Zardetto, passando per altri nomi noti come Astoria, Bottega, Masottina, Val d’Oca, Villa Sandi. Presenti anche le grandi cantine cooperative (Viticoltori Ponte, La Marca, Cantina Sociale Montelliana e dei Colli Asolani, Colli del Soligo). Il mercato tedesco resta fra i più redditizi, anche se nel 2016 si è accesa una spia d’allarme con un calo delle esportazioni del 12,3% rispetto all’anno precedente.
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