Electrolux, sciopero l’8 marzo per le donne
Le rsu bocciano il piano estivo dell’azienda: no ai 5 sabati di lavoro straordinario tra luglio e agosto

SUSEGANA. L'Electrolux ha proposto al sindacato 5 sabati di lavoro straordinario in piena estate, tra luglio e agosto. Questi sono i mesi classici delle ferie ma anche quelli di più alto picco produttivo. Ebbene, i delegati Rsu hanno risposto di no alla richiesta dell'azienda. Le parti torneranno a incontrarsi il 13 marzo, nel tentativo di trovare un accordo. Un'intesa che riguarda, per la verità, tutto il piano ferie. La direzione aziendale ha fissato un calendario molto asciutto nel periodo giugno settembre, con i lavoratori non pesantemente assenti negli stabilimenti. Il sindacato sollecita 3 settimane nello stesso periodo. Electrolux ne offre due.
Ma i lavoratori ribattono che la terza settimana è saltata già l'anno passato, così come molti permessi personali. «Abbiamo avanzato varie ipotesi», spiegano i delegati, «dal fermare per tutti la settimana centrale di ferragosto oltre a fare prima e dopo a turni alterni le altre 2 settimane. In campo anche l'opzione di fermare a giugno un turno e a settembre l'altro per completare le tre settimane diluendo lo stop». Ma per adesso l’accordo non c'è, anche se l'azienda ha espresso la volontà di verificare le varie ipotesi. Electrolux ha accettato che il ponte del 14 agosto sia per tutti e che l'inizio delle ferie di luglio slitti in avanti di una settimana. Tra gli operai, in ogni caso, c'è molta ritrosia a fare i sabati di straordinario: fatica, orario, periodo caldo, ritmi ed età non favoriscono disponibilità e adesione.
All’Electrolux di Susegana, intanto, la Fiom Cgil sta preparando lo sciopero delle donne, da svolgersi l’8 marzo contro la cultura della violenza e per la parità salariale. A sentire la Fiom di Susegana, questa è una delle poche aziende nella Marca in cui i lavoratori (anche i maschi) incroceranno le braccia. «In azienda ci dicono che le discriminazioni di genere non ci sono. È apparentemente vero ma», affermano le delegate Rsu, «le donne sono più del 50% del totale occupati, tuttavia quelle in posizioni di comando sono poche unità in rapporto agli uomini. Le donne, pur essendo più del 50% delle operaie, sono meno del 20% di coloro che percepiscono super minimi. Sono più del 50% ma sono oltre il 80% tra chi è colpito da malattie professionali da movimenti ripetuti e lavori usuranti; sono, insomma, le donne le più sfruttate».
Persino sui premi aziendali da migliaia di euro, che saranno pagati il 10 marzo e solo alla linea di comando aziendale, vi sarebbero delle differenze di genere, secondo le Rsu: dai capi squadra a salire fino ai vertici apicali del gruppo, pochissime donne li percepiranno, e a parità di mansione e livello dei loro colleghi maschi, le pochissime donne "fortunate" riceveranno mediamente un premio inferiore, in quanto spesso la loro retribuzione annua, su cui calcolano questi premi, è più bassa.
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