Allontanato profugo violento dal centro d'accoglienza
Lo hanno deciso il sindaco Cappelletto e il direttore della Caritas nei confronti del nigeriano di 20 anni che lunedì ha aggredito il responsabile della struttura di via Verona a Olmi
Federico Cipolla
SAN BIAGIO.Il profugo violento sarà allontanato dal centro di accoglienza. Il sindaco di San Biagio di Callalta, Alberto Cappelletto, e il direttore della Caritas Tarvisina, don Davide Schiavon, hanno concordato che il migrante nigeriano di 20 anni protagonista lunedì sera dell'aggressione al responsabile del centro di accoglienza di via Verona a Olmi sia al più presto allontanato dalla struttura.
«Deve essere chiaro», spiega il primo cittadino, «che chi viene accolto nel nostro territorio deve per prima cosa rispettare le regole. In caso contrario è invitato a lasciare il territorio e a trovare sistemazione altrove». Una delle regole che il Comune aveva posto come condizione era il rientro nella struttura a un'ora prestabilita in accordo con la Caritas, che gestisce il centro, e la Prefettura. Regola che non è stata rispettata dal giovane nigeriano. Rientrato dopo le 23 e completamente ubriaco, non ha gradito il richiamo del custode, un senegalese di 26 anni regolarmente in Italia.
Sono volati calci e pugni, Uno voleva solo dare in escandescenza, l'altro voleva riportarlo a miti ragioni. Tant'è. Per calmare gli animi dei due africani sono dovuti intervenire i carabinieri della stazione di San Biagio di Callalta. Sul posto è stata richiesta anche la presenza di un'ambulanza del 18. Gli operatori hanno dovuto medicare entrambi sul posto, con ferite ritenute guaribili nel giro di pochi giorniIeri mattina i responsabili della Caritas hanno sentito la Prefettura e hanno concordato la necessità di allontanare il richiedente asilo protagonista dell'episodio dal centro di via Verona.
Il problema è che il nigeriano 20enne, protagonista dell'aggressione dovrà trovarsi una nuova sistemazione da solo, e quindi finirà probabilmente a girare per il territorio senza un soldo e senza un posto dove stare. «È un fatto increscioso», commenta don Schiavon, «che non deve però far pensare che questa sia la regola. Anzi, ad oggi l'accoglienza dei 25 profughi nella struttura di Olmi, come in tutti gli altri centri da noi gestiti, si svolge in forma pacifica senza alcun problema di convivenza tra gli ospiti, i gestori delle strutture e la popolazione del posto. Si tratta di un episodio raro, circoscritto al carattere di una singola persona».
La struttura di via Verona accoglie da circa un anno 25 richiedenti asilo, seguiti da due operatori della Caritas coadiuvati dalla presenza di numerosi volontari.
I commenti dei lettori