Venti cresimati dal prete negazionista
Paese, il lefebvriano don Floriano ha celebrato con un vescovo sedevacantista. Per la Chiesa il rito è «valido ma illecito»
di Federica Giustiniani
PAESE. Dopo una pausa dalle cronache locali, alle quali è noto per le sue tesi negazioniste, padre Floriano Abrahamowicz, il presbitero lefebvriano residente a Paese secondo cui il boia nazista Erich Priebke era innocente, torna a far parlare di sè. E lo fa in grande stile: ieri mattina, nella domus Marcel Lefebvre di via delle Levade, a Paese, venti persone di età compresa fra i venti e i cinquant'anni hanno ricevuto il sacramento della cresima durante una celebrazione in lingua latina durata quasi due ore. A celebrare il rito, accanto al padrone di casa, don Abrahamowicz, padre Mark Pivarunas, vescovo statunitense della chiesa cattolica sedevacantista. Uomini a destra, donne a sinistra e col capo coperto da un velo: erano più di cinquanta i partecipanti alla celebrazione, che si è tenuta nello scantinato dell'abitazione di don Floriano, adibita a santuario. Ma quale sia l'effettivo valore del rito resta attualmente da chiarire, soprattutto se la cresima è davvero «valida ma illecita», come si sottolinea dalla diocesi di Treviso. Non è ancora definito, infatti, il rapporto fra la chiesa di Roma e i seguaci di Marcel Lefebvre, il fondatore del movimento sedevacantista, che nel 1988 consacrò illegittimamente quattro vescovi, scomunicati poi da papa Giovanni Paolo II.
Ciò a cui si oppongono i seguaci di padre Lefebvre, sono le riforme approvate in sede di Concilio vaticano II, fra cui la dottrina della libertà religiosa e la soppressione della messa tridentina. Fu papa Ratzinger, nel 2009, a revocare la scomunica ai quattro, avviando un percorso di dialogo ancora in corso. Venerdì scorso, infatti, papa Francesco ha ricevuto monsignor Bernard Fellay, diretto successore di padre Lefebvre, durante un incontro teso a proseguire il cammino di scambio avviato fra la Santa sede e la comunità lefebvriana, anche se, come hanno dichiarato i seguaci di Lefebvre: «la questione dello status canonico della Fraternità San Pio X, quella fondata da Lefebvre, non è stata affrontata». Da ciò, però, dipende la validità delle cresime di ieri mattina.
Dalla Fraternità, invece, don Floriano Abrahamowicz è stato espulso nel febbraio 2009 «per serie motivazioni disciplinari». Solo un mese prima, infatti, il presbitero viennese dichiarava di non essere certo dell'utilizzo che i nazisti facessero delle camere a gas durante la tragedia dell'Olocausto. E a conferma delle tesi negazioniste di don Floriano Abrahamowicz ci sono stati i fatti del 2013. Dopo la morte di Erich Priebke, capitano delle SS durante la seconda guerra mondiale condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine, padre Abrahamowicz dichiarava: «Era una persona degna, fedele e soprattutto innocente: senz'altro un mio amico». Per poi celebrare una messa in suffragio di Priebke, che per don Floriano «non era nemmeno nazista».
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