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Mutuo trappola in franchi svizzeri: «Le rate si impennano»

Il salasso del debito indicizzato alla valuta elvetica: cause legali contro Barclays, accusata di scarsa trasparenza. L’arbitrato dà ragione ai clienti beffati

di Fabio Poloni
2 minuti di lettura

TREVISO. Nella trappola del mutuo legato al cambio del franco svizzero: rate che si impennano e “via di fuga” che - anche dopo anni di cedole già versate - è più cara dell’intero prestito iniziale. È questa la situazione in cui si trovano decine, forse centinaia di famiglie trevigiane (un censimento sarà fatto nelle prossime settimane). Un caso nazionale che sta colpendo duro anche nella Marca, tanto che la senatrice Simonetta Rubinato - dopo quanto fatto anche dai colleghi del Movimento 5 stelle - sta preparando un’interrogazione parlamentare.

Al centro della vicenda c’è Barclays, banca britannica con filiali e promotori in tutto il mondo, Italia compresa. La racconta, in prima persona, un trevigiano, D.G. le sue iniziali: ha un debito residuo di 115 mila euro, ma se vuole “uscire” deve sborsarne 170 mila, più dei 145 mila ottenuti inizialmente. Un incubo kafkiano. «Ho chiesto a un mediatore creditizio di Villorba un consiglio per sottoscrivere un mutuo nel 2007», racconta, «e mi ha indirizzato a un prodotto proposto da Barclays. Me l’ha descritto come vantaggioso e senza rischi: è collegato al Libor, tasso d’interesse di mercato a cui le banche si scambiano prestiti in franchi svizzeri, più basso dell’Euribor. Mi è sembrato un buon prodotto». Da lì il mutuo: 145 mila euro, tasso variabile, durata trentennale.

Procede tutto in maniera normale: partono le rate da circa 720 euro mensili, all’inizio composte principalmente da quota interessi, «e le comunicazioni periodiche sono sempre in euro, senza mai fare riferimento ai franchi svizzeri». A un certo punto, però, la rata sale. Normale, con un tasso variabile: può succedere. Ma qui siamo ben oltre. «C’è gente che, con somme poco diverse dalle mie, a un certo punto si è trovata a pagare rate superiori ai tremila euro». E se uno vuole liquidare il debito residuo? Altra “trappola”, secondo la testimonianza del cliente trevigiano: «Interessi e capitale da restituire alla banca dipendono dal comportamento del tasso di cambio fra euro e franco svizzero. Se il franco svaluta nei confronti dell’euro, interessi e capitale da restituire saranno minori, mentre se rivaluta saranno maggiori. Dalla fine del 2014 il franco svizzero si è molto rivalutato nei confronti dell’euro, arrivando quasi alla parità. E ora, quando ho chiesto di estinguere, il meccanismo è questo: prima il capitale residuo viene convertito in franchi svizzeri applicando il tasso di cambio adottato al momento della stipula, poi viene calcolata la somma in euro adottando il tasso di cambio esistente al momento dell’estinzione. In pratica, io per estinguere 115 mila euro dovrei pagarne 170 mila. È dal 2011 che lotto assieme a molte altre famiglie di tutta Italia per uscire da questa situazione. Nonostante tutto, la banca continua a fare finta di nulla e la giustizia va a rilento: siamo stufi di subire».

Una domanda viene spontanea: il rischio del cambio era intrinseco nel prodotto, no? Cioè: chi ha accettato un mutuo legato al cambio del franco svizzero doveva mettere in conto eventuali oscillazioni, anche pesanti. «No, non era assolutamente chiaro, Barclays ha detto che il tasso era legato al Libor ma nel contratto non c’era alcun cenno a questa indicizzazione».

Una trappola, insomma. E a dar ragione alle rimostranze dei clienti c’è una decisione del 20 maggio 2015 da parte del “Collegio di coordinamento dell’arbitro bancario finanziario”, che ha accusato l’istituto di credito britannico di mancanza di trasparenza. Siccome Barclays, però, in molti casi non ha preso atto della decisione di tale collegio, «Sono partite diverse cause», come spiega Sheila Meneghetti, milanese, capofila dell’iniziativa legale, «che presto arriveranno a sentenza».

LEGGI L'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DEL M5S

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