«Anziana molestata dai profughi»
Piccoli, del comitato dei residenti: «Erano ospiti della ex caserma Serena»

«Un’anziana della zona di recente è venuta da me, 70 anni, tutta agitata, raccontandomi di essere andata al cimitero di Dosson: a un certo punto si è trovata accerchiata da immigrati. E qualcuno del gruppo le ha messo le mani addosso. Mentre l’altro giorno un altro immigrato, in centro ai giardinetti di Dosson, si è denudato... Ritengo si tratti in entrambi i casi di profughi ospiti dell’ex caserma Serena».
A parlare è l’ex consigliere comunale Domenico Piccoli, che mercoledì sera ha dato vita a un comitato di residenti per chiedere alla prefettura che si abbassi il tetto dei profughi ospiti alla Serena, che oggi hanno raggiunto quota 500. «Ma forse sono anche di più», insiste Piccoli, «dato che per esempio l’altra mattina ho visto uscire dalla caserma due corriere vuote: sono forse entrate piene di altri profughi? Attenzione: non sono razzista, ho anche aiutato immigrati in difficoltà, ma dico che la Serena non può diventare un ghetto sovraffollato, e lo stesso dicono gli altri residenti della zona. E poi vogliamo trasparenza: perché la linea della prefettura è quella di non far sapere quanti ospiti sono alloggiati alla Serena? Perché non ci dicono cosa fanno tutto il giorno? C’è chi parla di risse quasi quotidiane tra etnie diverse, forse di gente malata. Di certo, solo dopo 5 giorni si è saputo, e non per vie ufficiali, della morta di una bimba dentro quella caserma. Così non va bene».
A breve, Piccoli con una rappresentanza di residenti andrà a trovare il sindaco di Casier Miriam Giuriati, quello di Treviso Manildo ma anche lo stesso prefetto, Laura Lega.
E intanto è partita la raccolta firme per chiedere appunto alla prefettura che si abbassi il tetto degli ospiti della Serena.
«Non molliamo si questo punto», conclude Piccoli, «ci sono troppi profughi dentro quel posto, e non sanno come passare il tempo, oltre ad andare in giro». Anche per questo, martedì prossimo il prefetto Lega darà il via al protocollo che prevede l’impiego dei profughi della caserma in lavori socialmente utili.
Alessandro Zago
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